Chieti, Teatro Marrucino in ginocchio, arrivano 200 mila euro
La Regione dà il via libera al contributo straordinario per il bicentenario del 2018, ma non c'è traccia dei 300 mila euro per l'anno in corso. E anche il Comune è fermo al palo
CHIETI. L’allarme lanciato con una lettera riservata un mese fa dal direttore amministrativo del teatro Marrucino Cesare Di Martino ha sortito i suoi effetti. Comune e Regione si sono decisi a rimpinguare le casse vuote del teatro che viaggiava da mesi a rischio sopravvivenza.
È di ieri la notizia dei 200mila euro in arrivo dalla Regione come contributo straordinario per gli eventi legati al bicentenario dell’istituzione culturale teatina che cade nel 2018. A metà luglio, invece, erano arrivati altri 250mila euro che saldavano il conto dei contributi regionali dovuti per il 2016. Anche il Comune ha portato a 215mila euro il contributo sinora erogato, dopo che per i primi sei mesi dell’anno si era fermato a 55mila euro. Sia il Comune che la Regione, però, devono fare ancora molto di più. Per il momento arriva il commento del segretario provinciale del Pd Chiara Zappalorto: «Un Governo amico del territorio prima ancora che del colore politico. La Regioneha mostrato concretamente la sua attenzione nei confronti di Chieti con due provvedimenti importanti, per il teatro Marrucino e per la mobilità tra la parte alta e la parte bassa della città, con un'aggiunta di rilievo nel Masterplan». Peccato che, per quanto riguarda il Marrucino, la Regione, insieme al contributo straordinario per il bicentenario, non si sia ricordata di stanziare anche quello ordinario di 300mila euro per l’anno in corso. Una “dimenticanza” che accomuna l’ente regionale a quello comunale che ha stanziato in bilancio 330mila euro, con la promessa di aggiungerne con una variazione altri 130mila, ma si è fermata a una erogazione di 215mila euro. In pratica sia il Comune che la Regione si sono fermati a uno stanziamento che non raggiunge neanche la metà di quanto promesso: 460mila euro il Comune (tra quanto già stanziato e variazione) e 500mila le Regione (tra contributo ordinario e straordinario). Ma il problema vero del teatro teatino non è tanto l’ammontare delle risorse, comunque scarso, quanto la tempistica con cui queste vengono erogate. Perché la programmazione di un teatro viene fatta con largo anticipo. Ed è proprio l’incertezza sui tempi a mettere in ginocchio il Marrucino. Per quanto riguarda la Regione, parla anche il consigliere regionale Mauro Febbo: «Non è questo il modo di lavorare. Non capiscono cosa significhi dover programmare una stagione teatrale. E il ragionamento non riguarda solo il Marrucino, perché tutte le istituzioni culturali sono in difficoltà».
Il grido d’allarme sulle sorti del teatro teatino era arrivato a fine giugno con una lettera riservatissima che il direttore Di Martino aveva scritto al sindaco Umberto Di Primio e al presidente del Cda Cristiano Sicari. Nella lettera Di Martino parlava di «gravissima situazione economico-finanziaria» in cui verteva il teatro e chiedeva un «deciso e urgente intervento presso tutte le competenti sedi istituzionali dalle quali dipendono i flussi di risorse e le sorti stesse del teatro». Di Martino - che come al solito non rilascia dichiarazioni - nella lettera sottolineava che il problema era dovuto soprattutto al «fattore tempo» che metteva a rischio stipendi, pagamenti dei creditori, «che hanno iniziato a tradurre in atti giuridici le legittime pretese, con conseguente aggravio dei costi», mantenimento del titolo di Teatro di Tradizione e «accordi di collaborazione intessuti a livello nazionale con altri teatri».
Il campanello d’allarme del direttore ha sortito certamente i propri effetti. Ora si attende che Comune e Regione portino a termine i propri impegni.
È di ieri la notizia dei 200mila euro in arrivo dalla Regione come contributo straordinario per gli eventi legati al bicentenario dell’istituzione culturale teatina che cade nel 2018. A metà luglio, invece, erano arrivati altri 250mila euro che saldavano il conto dei contributi regionali dovuti per il 2016. Anche il Comune ha portato a 215mila euro il contributo sinora erogato, dopo che per i primi sei mesi dell’anno si era fermato a 55mila euro. Sia il Comune che la Regione, però, devono fare ancora molto di più. Per il momento arriva il commento del segretario provinciale del Pd Chiara Zappalorto: «Un Governo amico del territorio prima ancora che del colore politico. La Regioneha mostrato concretamente la sua attenzione nei confronti di Chieti con due provvedimenti importanti, per il teatro Marrucino e per la mobilità tra la parte alta e la parte bassa della città, con un'aggiunta di rilievo nel Masterplan». Peccato che, per quanto riguarda il Marrucino, la Regione, insieme al contributo straordinario per il bicentenario, non si sia ricordata di stanziare anche quello ordinario di 300mila euro per l’anno in corso. Una “dimenticanza” che accomuna l’ente regionale a quello comunale che ha stanziato in bilancio 330mila euro, con la promessa di aggiungerne con una variazione altri 130mila, ma si è fermata a una erogazione di 215mila euro. In pratica sia il Comune che la Regione si sono fermati a uno stanziamento che non raggiunge neanche la metà di quanto promesso: 460mila euro il Comune (tra quanto già stanziato e variazione) e 500mila le Regione (tra contributo ordinario e straordinario). Ma il problema vero del teatro teatino non è tanto l’ammontare delle risorse, comunque scarso, quanto la tempistica con cui queste vengono erogate. Perché la programmazione di un teatro viene fatta con largo anticipo. Ed è proprio l’incertezza sui tempi a mettere in ginocchio il Marrucino. Per quanto riguarda la Regione, parla anche il consigliere regionale Mauro Febbo: «Non è questo il modo di lavorare. Non capiscono cosa significhi dover programmare una stagione teatrale. E il ragionamento non riguarda solo il Marrucino, perché tutte le istituzioni culturali sono in difficoltà».
Il grido d’allarme sulle sorti del teatro teatino era arrivato a fine giugno con una lettera riservatissima che il direttore Di Martino aveva scritto al sindaco Umberto Di Primio e al presidente del Cda Cristiano Sicari. Nella lettera Di Martino parlava di «gravissima situazione economico-finanziaria» in cui verteva il teatro e chiedeva un «deciso e urgente intervento presso tutte le competenti sedi istituzionali dalle quali dipendono i flussi di risorse e le sorti stesse del teatro». Di Martino - che come al solito non rilascia dichiarazioni - nella lettera sottolineava che il problema era dovuto soprattutto al «fattore tempo» che metteva a rischio stipendi, pagamenti dei creditori, «che hanno iniziato a tradurre in atti giuridici le legittime pretese, con conseguente aggravio dei costi», mantenimento del titolo di Teatro di Tradizione e «accordi di collaborazione intessuti a livello nazionale con altri teatri».
Il campanello d’allarme del direttore ha sortito certamente i propri effetti. Ora si attende che Comune e Regione portino a termine i propri impegni.