UNIVERSITÀ D'ANNUNZIO
Chieti, urne aperte: sfida a sei per il rettore
Se nessuno dei candidati raggiunge la maggioranza assoluta si torna al voto domani. Capasso, affondo sulla discontinuità
CHIETI. Urne aperte dalle ore 8.30 alle 19. Dopo giorni di campagna elettorale infuocata, alla d’Annunzio arriva il primo giorno di voto. Sono in sei a sfidarsi alla successione di Carmine Di Ilio: cinque direttori di dipartimento e un professore ordinario. I direttori sono Sergio Caputi (Scienze Mediche), Stefano Trinchese (Lettere), Rino Stuppia (Scienze psicologiche), Paolo Fusero (Architettura) e Michele Rea (Economia). L’ordinario è Luigi Capasso, la persona che ha provocato la fine anticipata della passata gestione con il suo esposto che ha portato all’interdizione di Di Ilio e del suo direttore generale Filippo Del Vecchio. La proposta di Caputi di unire le forze e puntare su un solo nome già dalla seconda votazione (proposta fatta solo ai candidati che rappresenterebbero la discontinuità) ha fatto discutere. A questo proposito è intervenuto Capasso che parla di «corsa dei vari candidati a riverniciarsi di discontinuità.
Un solo dato per riportare al centro la verità storica: Caputi, Fusero, Rea e Trinchese, come direttori di dipartimento, avevano ciascuno i propri rappresentanti in Senato accademico; quello stesso Senato che ha sempre approvato le proposte di Del Vecchio e Di Ilio, anche quando si è trattato, ad esempio, di allontanare un consigliere di amministrazione realmente “scomodo”, vogliamo dire “discontinuo”, quale io sono stato». Quanto a Stuppia, il professore non ci sta alla qualifica di “alfiere del vecchio” e ha sempre precisato di voler adottare un metodo differente di amministrazione rispetto al passato. Mentre Fusero ha affidato al proprio sito web la comunicazione elettorale, suddividendo il suo programma in quattro parti, sia Trinchese che Rea hanno inviato una mail di chiusura della campagna elettorale. Trinchese ha riassunto il suo pensiero in quattro punti: «Cambio del modello di governance, ricorrendo alla capacità di mediazione, ampia partecipazione, autonomia delle strutture, e, infine, università aperta, non più solo territoriale, ma dimensionata in ampio contesto internazionale».
«Per alcuni», scrive invece Rea, «questi ultimi sono i giorni dei proclami; delle cene elettorali; delle promesse e degli amarcord personali; delle goliardate social; più ancora, della riattivazione di vecchie reti di interessi mai del tutto dismesse. Io continuo soprattutto ad essere convinto che il futuro dell’ateneo non possa essere declinato utilizzando il passato prossimo o, peggio ancora, il passato remoto. Adesso ci sono 1043 "mattoni" per costruire il nostro futuro. Ciascuno di noi ne ha uno e con quello può contribuire alla nascita di un "nuovo" ateneo». Sono infatti 1.043 gli aventi diritto al voto, ma non tutti i voti pesano allo stesso modo, a causa del sistema di ponderazione adottato. Secondo il sistema elettorale universitario vince chi raggiunge la maggioranza assoluta dei consensi. Ci sono tre giorni per provarci, al quarto si va al ballottaggio tra i due più votati. Difficile che ci sia il vincitore già oggi. Ma si capirà il peso specifico dei candidati.