Chiodi: a Lanciano gli assistiti in casa superiori alla media

Il presidente della Regione: i tagli? Un’azione moralizzatrice Il consigliere Caporale (ex Verdi): così offende la città

LANCIANO. «Ora nel distretto sanitario di Lanciano la questione Adi è risolta. È tutto in regola, è stata svolta un’azione moralizzatrice e l’organizzazione è perfetta». È il presidente della Regione, Gianni Chiodi, a ragguagliare sulla situazione Adi (assistenza domiciliare integrata) in città rispondendo a una nuova interpellanza presentata sul caso in consiglio regionale dal consigliere Walter Caporale.

«Volevo risposte chiare dal presidente Chiodi», dice Caporale, «e le ho avute sull’Adi, i tagli fatti e gli sprechi che si vogliono far pagare alle persone oneste che hanno bisogno di assistenza sanitaria che ora non l’hanno più. Dopo tre mesi dalla prima interrogazione che ho presentato sul caso Adi, Chiodi ha ammesso che il taglio improvviso dell’assistenza fatto a oltre mille persone ha provocato disservizi. Tre mesi fa lo aveva negato. Ha detto che a Lanciano la situazione era peculiare rispetto ad altre città; il numero di Adi era superiore alla media regionale e nazionale. Andava fatta un’azione moralizzatrice. Praticamente ci ha offeso dicendo che a Lanciano si concedeva l’Adi a tutti. Poi ha detto che ora non ci sono problemi, che l’organizzazione è perfetta e che il numero di Adi è tornato nella media».

I dati saranno nella media - per l’Abruzzo l’Adi è al 4,7 - ma ci sono molte persone che continuano a protestare e che aspettano la visita della commissione di valutazione multidimensionale per poter tornare a usufruire del servizio che pare ora sia stato concesso a 200 utenti. A febbraio erano 1115.

Molti i casi di utenti a cui la riabilitazione in Adi è stata tolta ed è stata girata nelle strutture di cura private: ma qui ci sono liste di attesa di mesi. «Volevo anche sapere qual è il gestore-consorzio del servizio Adi a Lanciano nonché la cooperativa del consorzio che eroga il servizio», dice Caporale, «il consorzio è Città Solidale che è in regime di proroga dal 2008. Alla richiesta poi se è vero che la cooperativa e il suo legale rappresentante rientrano a vario titolo in altro consorzio di Lanciano e se quest’ultimo consorzio è affidatario di qualche commessa da parte della Asl Lanciano-Vasto-Chieti, Chiodi ha risposto di non sapere nulla e che mi devo rivolgere alla Procura se voglio delle risposte. Alla fine pagano sempre i più deboli».

Anche il Comune si muove. Il sindaco Mario Pupillo ha contattato il direttore sanitario della Asl, Pasquale Flacco. «Entro domani», dice Pupillo, «Flacco risponderà alla richiesta di formare una commissione di indagine per la verifica scientifica del numero di casi Adi inappropriati (oltre 750, ndc), di quelli sospesi, la regolarità procedurale seguita nella sospensione. Ho anche sollecitato il sindaco di Vasto, Luciano Lapenna, presidente del comitato ristretto dei sindaci Asl, per una riunione con i colleghi per affrontare la questione Adi».

Teresa Di Rocco

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