Chiusa la discarica I rifiuti di 53 comuni smaltiti a Chieti
Manca l’accordo tra proprietario e gestore sulle tariffe di utilizzo dei 200 mila metri cubi autorizzati dalla Regione
LANCIANO. Dal 17 ottobre la discarica consortile di Cerratina è chiusa: sono esauriti i 2milioni e 50mila metri cubi di spazio. Da una decina di giorni l’impianto comprensoriale non riceve più i rifiuti e lavora solo attraverso l’ordinaria manutenzione. Restano solo i 200mila metri cubi di spazio concessi dalla Regione che tuttavia non saranno intaccati prima di un nuovo accordo sulle tariffe con la concessionaria della discarica, l’Ecologica Sangro.
La situazione dal punto di vista materiale non provocherà conseguenze evidenti ai 53 comuni consortili della società EcoLan, proprietaria dell'impianto. Già dal 9 gennaio scorso, infatti, parecchi comuni, tra cui Lanciano, trasferiscono i propri rifiuti, peraltro con costi maggiori, nell’impianto privato Deco, in contrada Casoni a Chieti, unica struttura in regione disposta ad accogliere e trattare i rifiuti indifferenziati. Tutto questo perché la Regione ha chiuso l’impianto mobile di Cerratina e la discarica Aciam di Avezzano si era dichiarata indisponibile ad accogliere rifiuti extraconsortili.
A Cerratina fino allo scorso 17 ottobre arrivava solo un piccolo scarto dei rifiuti Aciam e il pattume proveniente da qualche privato. Ma se da un lato non ci si troverà a breve con i rifiuti e i sacchetti di immondizia per strada, dall’altro però la chiusura di Cerratina comporta pesanti conseguenze finanziarie all’EcoLan. La società, partecipata dai comuni, è ormai alla canna del gas. Già nei mesi scorsi l’EcoLan si era trovata con un buco di bilancio di circa 400mila euro: non ospitando più rifiuti si perde definitivamente il contributo consortile destinato a mantenere in vita la società.
Nei prossimi giorni il direttivo EcoLan ha sollecitato una riunione in Regione per la riattivazione dell’impianto mobile di trattamento dei rifiuti o, se ciò non fosse possibile dati i recenti orientamenti del governo regionale, per ottenere una sorta di pianificazione pubblica delle tariffe. Portare i rifiuti altrove, e oltretutto in impianti privati, per la EcoLan non deve essere troppo oneroso: è necessario che la Regione imponga una sorta di calmiere dei prezzi in modo da venire incontro alle esigenze dei comuni.
Quanto agli spazi, oltre ai 200mila metri cubi già concessi e che consentono all’impianto altri tre-quattro anni di vita, il direttivo EcoLan si sta attivando per ottenere un ampliamento di altri 300mila metri cubi di volumetria che fanno parte dello spazio occupato negli anni dai rifiuti extraconsortili (in tutto circa 600mila metri cubi), come quelli giunti da Napoli qualche anno fa. Per questo progetto è già stato presentato uno studio di fattibilità, ma saranno determinanti anche i pareri dei comuni di Lanciano e Mozzagrogna su cui territori insiste la discarica.
Sempre nei prossimi giorni si dovranno definire le nuove tariffe con il gestore: 36 euro a tonnellata invece che 49, un’operazione che dovrebbe far risparmiare bei soldi alla EcoLan e ai comuni soci.
Daria De Laurentiis
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