Ciapi: altra cassa integrazione in deroga

I dipendenti preoccupati temono la chiusura. Il direttore Cacciagrano: un percorso necessario verso una fase di rilancio

CHIETI. Ciapi a formazione ridotta fino a giugno. Dal 1° febbraio e per cinque mesi, fino al termine di giugno, scatta la cassa integrazione in deroga per i 41 dipendenti, che per 24 di loro, quelli in forze nella sede dello Scalo, sarà a rotazione.

Una doccia fredda per i lavoratori, in particolare per quelli impiegati a Chieti, che già per oltre un anno e mezzo sono stati in cassa integrazione in deroga, in formula on the job. In questa nuova fase, dunque, leggono il prosieguo di una deriva per l’ente verso la chiusura, smentita dai vertici del Ciapi, l’amministratore straordinario Pino Mauro e il direttore Paolo Cacciagrano. Entrambi parlano di una fase di transizione che punta al rilancio.

In questa ottica leggono anche un'apertura importante della Regione nello stanziamento nell’ultimo bilancio di 680 mila euro, a coprire gli stipendi arretrati, e il probabile ulteriore intervento per 700 mila euro a tamponare l’indebitamento pregresso dell’ente di circa 3 milioni di euro.

«Questi stanziamenti», dice uno dei docenti impiegati nel Centro di formazione, «vanno a coprire questioni passate, di certo non riguarda il lavoro presente e futuro. La Regione deve mettere in campo le risorse per l’apprendistato, e dare quindi slancio vero all’attività di questo ente».

Riassume così la delusione e l’amarezza di diversi suoi colleghi della sede dello scalo. «Usciamo già da una cassa integrazione di 17 mesi», affermano, «a dicembre, con lo stanziamento dei 680 mila euro dalla Regione e l’annuncio di ulteriori 700 mila per rilanciare l’ente, eravamo tornati a sperare in un cambio di rotta della Regione. Nei mesi precedenti l'assessore Paolo Gatti, infatti, aveva fatto chiaramente capire che per questo Centro non c'era futuro, anche alla luce della normativa sulla spending review e l'impossibilità di finanziare enti in passivo, che andavano quindi liquidati».

Un attimo di silenzio, che rende palpabile l'apprensione, poi riprendono.

«I 680 mila euro davvero ci hanno regalato una nuova speranza», continuano i lavoratori, «poi, l’altro giorno, quando i sindacati in assemblea ci hanno detto della nuova cassa integrazione, ci è crollato il mondo addosso. Vorremmo che arrivasse finalmente il piano industriale di rilancio». Sottolineano anche l’assenza di un ufficio di progettazione ma il direttore Cacciagrano replica che è stato attivato da almeno due mesi, con un dipendente interno e due esterni. «Lo stanziamento regionale dimostra la volontà di rilanciare l’ente», osserva Cacciagrano, «l’accordo sulla cassa integrazione, maturato il 22 gennaio, ma punto d'arrivo di un lavoro tra Regione, Ciapi e sindacati iniziato ill 24 ottobre, viaggia verso una ripresa del Ciapi e, in attesa di predisporre un piano di rilancio dell’ente, in pieno accordo si è deciso dii procedere alla cassa integrazione per i 41 dipendenti, a rotazione per i 24 di Chieti e con la possibilità per gli altri 17 di essere richiamati in servizio nell’ente pubblico in forza dell’articolo 7 della legge 468».

Il direttore, dunque, ammette la riduzione del personale ma sottolinea come ci sia una contrazione delle commesse e auspica anch’egli che la Regione presto metta sul mercato le risorse per l’apprendistato. «La situazione di stallo per riduzione delle commesse ci costringe a questa nuova cassa integrazione», conclude il direttore, «ma contiamo di poterla presto superare».

Sipo Beverelli

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