Ciapi, i sindacati scrivono a Chiodi

Cgil, Cisl, Uil e Confsal sollecitano un incontro: soluzione condivise per salvare l’ente di formazione

CHIETI. Il piano industriale presentato dall’amministratore del Ciapi, l’ente di formazione della Regione, potrà partire solo se verrà risolto l’elevato indebitamento dell’ente maturato nelle passate gestione. Lo dicono i segretari regionali di Cgil, Cisl, Uil e Confasal a margine dell’incontro del 15 maggio con direttore e amministratore del Ciapi e dirigenti della Regione, in una lettera indirizzata al presidente della giunta Gianni Chiodi, all’assessore al lavoro Paolo Gatti, all’assessore al patrimonio Federica Carpineta, all’assessore al bilancio Carlo Masci e all’amministratore professor Giuseppe Mauro. Nella lettera chiedono un incontro congiunto con i rappresentanti della giunta regionale per arrivare a soluzioni condivise che consentono al Ciapi, con l’attuazione del piano industriale, un rilancio delle attivitàe e chiedono che si faccia presto «per evitare che la situazione degeneri».

I dirigenti regionali nell’illustrare il piano hanno detto che i debiti potranno essere saldati solo con il trasferimento del patrimonio dell’ente dalla Fondazione Ciapi alla Regione. Successivamente sarà possibile utilizzare il patrimonio per l’accesso ai mutui ipotecari in modo da estinguere le situazioni debitorie pregresse. «Sono due anni», si legge nella lettera, «che si attende che vengano attuate le relative determinazioni da parte della struttura regionale del patrimonio ma, ad oggi, la situazione rimane irrisolta con tutte le ricadute che ciò comporta per le attività del Ciapi e per i lavoratori».

La legge regionale, ricordano i sindacati, ha riconosciuto il valore strategico del Ciapi e l’ importanza dello stesso nel panorama della formazione permanente dei lavoratori abruzzesi.L’attuazione del piano industriale apre la possibilità di accompagnare 25 dipendenti che hanno i requisiti verso la pensione, riducendo quindi il personale.

Ma la posizione della Regione, nella persona dell’assessore Gatti è ben diversa. L’assessore sostiene che è inammissibile continuare a chiedere soldi che dovranno pagare gli abruzzesi.

« Bisogna verificare se il piano industriale sta in piedi», ha detto dopo l’incontro del 15 maggio, al quale non ha partecipato, «è dunque una questione finanziaria e non politica».

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