"Ciapi, la decisione è giusta"
I sindacati pronti a sostenere le scelte della Regione
CHIETI. Un'occasione per voltare pagina, chiudendo la lunga stagione dell'apprendistato e dei commissariamenti che hanno fiaccato lo storico centro della formazione teatino. Va letta come una buona notizia la decisione dell'assessore regionale Paolo Gatti di sciogliere il consiglio di amministrazione del Ciapi.
Decisione salutata con soddisfazione dal sindacato, che ora si attende la presentazione di un piano industriale per avviare una profonda fase di rinnovamento. «Abbiamo molto apprezzato», commenta il segretario regionale Cisl, Vincenzo Traniello, «che la giunta regionale, dopo un estenuante travaglio, abbia avviato il percorso che poterà alla chiusura della fondazione Ciapi e alla nascita di una società in house che gestirà la formazione. Questo è un fatto positivo, perché si chiarisce una volta per tutte che la gestione del Ciapi passerà finalmente alla Regione». Per coronare questo risultato sarà però necessario un nuovo piano industriale che salvaguardi i 44 dipendenti in servizio e rilanci l'attività dell'ente. «Chiederemo», prosegue Traniello parlando anche a nome di Cgil, Uil e Confsal, «un incontro con il commissario del Ciapi, Emilia Saugo, per avere certezze sul percorso avviato».
C'è qualche possibilità che la città perda il centro di formazione? «Non c'è dubbio che la struttura dovrà rimanere a Chieti, né mi risulta che qualcuno abbia mai messo in discussione la sede storica del Ciapi. Ci sono ovviamente questioni importanti da affrontare per la tutela dei lavoratori». Traniello parla della necessità di accompagnare i dipendenti vicini alla pensione con gli incentivi previsti da una legge regionale del 2001 e di salvaguardare in ogni modo le prospettive di lavoro. Questioni che potranno essere affrontate con un nuovo piano industriale.
«Le esigenze della formazione», riprende Traniello, «oggi sono molto diverse dal passato. Se si vuole davvero rilanciare il Ciapi, è necessario cercare nuove professionalità. Finora la formazione si è basata sull'apprendistato, ma in questa fase è una modalità residuale. C'è invece bisogno di formare giovani dopo il diploma e la laurea. Obiettivi da raggiungere con la collaborazione delle università e dei centri di eccellenza che, per fortuna, in Abruzzo non mancano.
Il Ciapi è diviso in due settori. Da una parte, la Fondazione, che ha in carico i beni immobili del vecchio ente sottraendoli alla liquidazione; dall'altra, l'associazione Ciapi che si occupa della formazione. In tutto occupa 44 dipendenti, 4 in capo alla Fondazione (il direttore e personale amministrativo), gli altri 40, i formatori veri e propri, dipendono dall'associazione. «I due cda dell'associazione e della fondazione Ciapi dovranno essere sciolti. Questa» dice Traniello, «è l'indicazione che arriva dall'assessore Gatti. Decisione giusta, sulla quale bisognerà lavorare per definire il piano di rinnovamento». (cr.ch.)
Decisione salutata con soddisfazione dal sindacato, che ora si attende la presentazione di un piano industriale per avviare una profonda fase di rinnovamento. «Abbiamo molto apprezzato», commenta il segretario regionale Cisl, Vincenzo Traniello, «che la giunta regionale, dopo un estenuante travaglio, abbia avviato il percorso che poterà alla chiusura della fondazione Ciapi e alla nascita di una società in house che gestirà la formazione. Questo è un fatto positivo, perché si chiarisce una volta per tutte che la gestione del Ciapi passerà finalmente alla Regione». Per coronare questo risultato sarà però necessario un nuovo piano industriale che salvaguardi i 44 dipendenti in servizio e rilanci l'attività dell'ente. «Chiederemo», prosegue Traniello parlando anche a nome di Cgil, Uil e Confsal, «un incontro con il commissario del Ciapi, Emilia Saugo, per avere certezze sul percorso avviato».
C'è qualche possibilità che la città perda il centro di formazione? «Non c'è dubbio che la struttura dovrà rimanere a Chieti, né mi risulta che qualcuno abbia mai messo in discussione la sede storica del Ciapi. Ci sono ovviamente questioni importanti da affrontare per la tutela dei lavoratori». Traniello parla della necessità di accompagnare i dipendenti vicini alla pensione con gli incentivi previsti da una legge regionale del 2001 e di salvaguardare in ogni modo le prospettive di lavoro. Questioni che potranno essere affrontate con un nuovo piano industriale.
«Le esigenze della formazione», riprende Traniello, «oggi sono molto diverse dal passato. Se si vuole davvero rilanciare il Ciapi, è necessario cercare nuove professionalità. Finora la formazione si è basata sull'apprendistato, ma in questa fase è una modalità residuale. C'è invece bisogno di formare giovani dopo il diploma e la laurea. Obiettivi da raggiungere con la collaborazione delle università e dei centri di eccellenza che, per fortuna, in Abruzzo non mancano.
Il Ciapi è diviso in due settori. Da una parte, la Fondazione, che ha in carico i beni immobili del vecchio ente sottraendoli alla liquidazione; dall'altra, l'associazione Ciapi che si occupa della formazione. In tutto occupa 44 dipendenti, 4 in capo alla Fondazione (il direttore e personale amministrativo), gli altri 40, i formatori veri e propri, dipendono dall'associazione. «I due cda dell'associazione e della fondazione Ciapi dovranno essere sciolti. Questa» dice Traniello, «è l'indicazione che arriva dall'assessore Gatti. Decisione giusta, sulla quale bisognerà lavorare per definire il piano di rinnovamento». (cr.ch.)
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