Cisl: rimettere al lavoro gli ex Burgo
Petrongolo chiede il patto di ricollocazione per i dipendenti dell'ex cartiera
CHIETI. «Il patto di ricollocazione dei lavoratori è la priorità». Lucio Petrongolo, segretario provinciale Fistel-Cisl è certo: per il futuro dei 133 ex Burgo ci deve essere l'impegno certo a rimetterli a lavoro. Il sì formale, dunque, delle aziende coinvolte in In.Te, progetto di rilancio produttivo dell'area ex cartiera. A dicembre gli ex dipendenti del gruppo cartario sono andati in mobilità, da allora è scattato il conto alla rovescia che impoverisce di giorno in giorno il tesoretto di incentivi legato alla loro riassunzione.
Oggi alle 9.30 è prevista una riunione degli ex Burgo nella sede di Rifondazione comunista in via Maiella. L'ingegner Domenico Merlino, mente creativa di In.Te, ha scritto al presidente della Regione Gianni Chiodi, al presidente della Provincia Enrico Di Giuseppantonio e al sindaco Umberto Di Primio, per chiedere lo svincolo ambientale complessivo sull'area ex cartiera, ambendo anche a caricare su fondi pubblici gli oneri di urbanizzazione e a ricevere dalle istituzioni, Regione in particolare, incentivi all'insediamento. Per questo si appella ancora una volta al risvolto sociale del progetto, ossia il reclutamento di 70 ex Burgo in In.Te.
E' vero, però, che al momento non sembrerebbe esserci alcun impegno sostanziale, scritto, delle 23 imprese coinvolte in In.Te ad assumere gli ex dipendenti della cartiera. «Il vecchio accordo di programma prevedeva la riassunzione dei dipendenti Burgo», continua Petrongolo, «scattata la mobilità, però, questi lavoratori sono diventati ex Burgo, quindi occorre stipulare un nuovo accordo di ricollocazione».
Merlino e il presidente del contratto di rete In.Te, Giulio Trevisan, erano stati convocati in Provincia il primo dicembre, qualche giorno prima che per i lavoratori scattasse la mobilità, proprio per firmare il patto di ricollocazione. I due rappresentanti di In.Te., alla presenza di lavoratori, sindacati e vertici istituzionali di Provincia e Comune, si erano detti disponibili ma aggiunsero che avrebbero dovuto ascoltare il resto delle aziende coinvolte. Da allora nulla ne è seguito di ufficiale.
La vertenza viaggia ora per missive. Dopo quella di Merlino, presto alle istituzioni arriverà una lettera di Petrongolo. «Regione, Provincia e Comune hanno preso impegni ben precisi e voglio capire cosa è stato fatto», continua il sindacalista, «intanto andrebbe convocato al più presto il tavolo prefettizio, chiesto dal consiglio comunale di Chieti».
Petrongolo punta, dunque, al crisma governativo per fare quadrato sulla vertenza, che oltre a In.Te per il futuro dei lavoratori fa perno anche sull'impianto per il trattamento degli imballaggi di Casalincontrada, cui hanno aderito circa 33 ex Burgo. Il futuro dell'impianto è ancora nell'ombra, manca il pronunciamento sull'assoggettabilità al Via da parte della commissione regionale competente. Il fronte dei lavoratori, intanto, si divide sull'atteggiamento verso il gruppo cartario.
Una cinquantina di loro sembra abbia firmato la transazione individuale di mille euro con l'azienda. «Così hanno rinunciato a possibilità di rivalsa per via giudiziaria nei confronti dell'azienda per la ricollocazione in In.Te o in altri siti del gruppo cartario», osserva Giancamillo Marrone, ex rsu Burgo Chieti. Restano, però, coinvolti tutti e 133 nella priorità di assunzione in In.Te., qualora si firmi il patto di ricollocamento. Un documento che eviterebbe di far marcire nel nulla, almeno per i risvolti che interessano le maestranze ex Burgo, il programma di rivitalizzazione dell'area cartiera, avviato da Ricci e rimodulato da Di Primio.
Oggi alle 9.30 è prevista una riunione degli ex Burgo nella sede di Rifondazione comunista in via Maiella. L'ingegner Domenico Merlino, mente creativa di In.Te, ha scritto al presidente della Regione Gianni Chiodi, al presidente della Provincia Enrico Di Giuseppantonio e al sindaco Umberto Di Primio, per chiedere lo svincolo ambientale complessivo sull'area ex cartiera, ambendo anche a caricare su fondi pubblici gli oneri di urbanizzazione e a ricevere dalle istituzioni, Regione in particolare, incentivi all'insediamento. Per questo si appella ancora una volta al risvolto sociale del progetto, ossia il reclutamento di 70 ex Burgo in In.Te.
E' vero, però, che al momento non sembrerebbe esserci alcun impegno sostanziale, scritto, delle 23 imprese coinvolte in In.Te ad assumere gli ex dipendenti della cartiera. «Il vecchio accordo di programma prevedeva la riassunzione dei dipendenti Burgo», continua Petrongolo, «scattata la mobilità, però, questi lavoratori sono diventati ex Burgo, quindi occorre stipulare un nuovo accordo di ricollocazione».
Merlino e il presidente del contratto di rete In.Te, Giulio Trevisan, erano stati convocati in Provincia il primo dicembre, qualche giorno prima che per i lavoratori scattasse la mobilità, proprio per firmare il patto di ricollocazione. I due rappresentanti di In.Te., alla presenza di lavoratori, sindacati e vertici istituzionali di Provincia e Comune, si erano detti disponibili ma aggiunsero che avrebbero dovuto ascoltare il resto delle aziende coinvolte. Da allora nulla ne è seguito di ufficiale.
La vertenza viaggia ora per missive. Dopo quella di Merlino, presto alle istituzioni arriverà una lettera di Petrongolo. «Regione, Provincia e Comune hanno preso impegni ben precisi e voglio capire cosa è stato fatto», continua il sindacalista, «intanto andrebbe convocato al più presto il tavolo prefettizio, chiesto dal consiglio comunale di Chieti».
Petrongolo punta, dunque, al crisma governativo per fare quadrato sulla vertenza, che oltre a In.Te per il futuro dei lavoratori fa perno anche sull'impianto per il trattamento degli imballaggi di Casalincontrada, cui hanno aderito circa 33 ex Burgo. Il futuro dell'impianto è ancora nell'ombra, manca il pronunciamento sull'assoggettabilità al Via da parte della commissione regionale competente. Il fronte dei lavoratori, intanto, si divide sull'atteggiamento verso il gruppo cartario.
Una cinquantina di loro sembra abbia firmato la transazione individuale di mille euro con l'azienda. «Così hanno rinunciato a possibilità di rivalsa per via giudiziaria nei confronti dell'azienda per la ricollocazione in In.Te o in altri siti del gruppo cartario», osserva Giancamillo Marrone, ex rsu Burgo Chieti. Restano, però, coinvolti tutti e 133 nella priorità di assunzione in In.Te., qualora si firmi il patto di ricollocamento. Un documento che eviterebbe di far marcire nel nulla, almeno per i risvolti che interessano le maestranze ex Burgo, il programma di rivitalizzazione dell'area cartiera, avviato da Ricci e rimodulato da Di Primio.
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