Clandestino nascosto sulla gru di una nave
Il 17enne algerino, rimasto senza acqua e cibo, telefona al 112 Ora il ragazzino sta bene: si trova in un centro d’accoglienza
ORTONA. Si era nascosto nella cabina della gru di una nave. Un clandestino algerino di 17 anni è sbarcato ieri mattina al porto di Ortona, dove è approdato a bordo dell’Ocmis Rise, cargo lungo 100 metri e largo 16, battente bandiera di Palau. Ora il minorenne è in buone condizioni di salute e si trova in un centro di accoglienza.
In base a quanto ricostruito, il ragazzino si è introdotto nell’imbarcazione prima della partenza, avvenuta la mattina del 29 ottobre, dal porto di Skikda, uno dei principali centri industriali dell’Algeria. Più nel dettaglio, il giovane – portando con sé telefonino, acqua e cibo per affrontare il viaggio – è riuscito ad arrampicarsi su una delle due gru della nave utilizzate per caricare e scaricare la merce. Probabilmente, stando ai riscontri iniziali, il minore immaginava di dover affrontare un tragitto più breve e raggiungere il porto di Taranto. Fatto sta che ieri, quando è arrivato in rada, nei pressi di Ortona, è stato lo stesso diciassettenne, rimasto senza viveri, a telefonare al 112.
A quel punto sono stati allertati i carabinieri, che nello scalo abruzzese svolgono anche le funzioni di polizia di frontiera. I primi soccorsi sono stati prestati dall’equipaggio che, in base a quanto accertato finora, era completamente ignaro della presenza dell’ospite.
Come prevede la procedura, sono state informate anche la prefettura e la questura di Chieti, dove il ragazzino è stato accompagnato nel primo pomeriggio per completare l’iter amministrativo, prima di essere trasferito in una struttura per minorenni.
Nel settembre 2015 al porto di Ortona erano sbarcati cinque migranti – tre ghanesi e due ivoriani, tutti maggiorenni – che si erano nascosti nella stiva del posatubi Crawler, un convoglio della Micoperi lungo 140 metri e largo 34, battente bandiera panamense. I clandestini erano stati scoperti quando avevano cominciato a sentire il morso della fame. Il comandante aveva dunque allertato le autorità.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
In base a quanto ricostruito, il ragazzino si è introdotto nell’imbarcazione prima della partenza, avvenuta la mattina del 29 ottobre, dal porto di Skikda, uno dei principali centri industriali dell’Algeria. Più nel dettaglio, il giovane – portando con sé telefonino, acqua e cibo per affrontare il viaggio – è riuscito ad arrampicarsi su una delle due gru della nave utilizzate per caricare e scaricare la merce. Probabilmente, stando ai riscontri iniziali, il minore immaginava di dover affrontare un tragitto più breve e raggiungere il porto di Taranto. Fatto sta che ieri, quando è arrivato in rada, nei pressi di Ortona, è stato lo stesso diciassettenne, rimasto senza viveri, a telefonare al 112.
A quel punto sono stati allertati i carabinieri, che nello scalo abruzzese svolgono anche le funzioni di polizia di frontiera. I primi soccorsi sono stati prestati dall’equipaggio che, in base a quanto accertato finora, era completamente ignaro della presenza dell’ospite.
Come prevede la procedura, sono state informate anche la prefettura e la questura di Chieti, dove il ragazzino è stato accompagnato nel primo pomeriggio per completare l’iter amministrativo, prima di essere trasferito in una struttura per minorenni.
Nel settembre 2015 al porto di Ortona erano sbarcati cinque migranti – tre ghanesi e due ivoriani, tutti maggiorenni – che si erano nascosti nella stiva del posatubi Crawler, un convoglio della Micoperi lungo 140 metri e largo 34, battente bandiera panamense. I clandestini erano stati scoperti quando avevano cominciato a sentire il morso della fame. Il comandante aveva dunque allertato le autorità.
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