la sentenza 

Cocaina in auto e nel capannone: 47enne ai lavori socialmente utili

CHIETI. Due anni e otto mesi di reclusione, sostituiti con 1.920 ore di lavori di pubblica utilità da svolgere in Comune, e 12.000 euro di multa. Ha chiuso così il suo conto con la giustizia un uomo...

CHIETI. Due anni e otto mesi di reclusione, sostituiti con 1.920 ore di lavori di pubblica utilità da svolgere in Comune, e 12.000 euro di multa. Ha chiuso così il suo conto con la giustizia un uomo di 47 anni, originario di Guardiagrele e residente a Francavilla al Mare, arrestato lo scorso marzo dalla guardia di finanza con 82 grammi di cocaina e 25 grammi di hashish nascosti in auto e in un capannone. La sentenza del giudice Andrea Di Berardino è arrivata con il rito abbreviato: significa che l’imputato ha potuto beneficiare dello sconto di un terzo della pena. All’uomo, difeso dall’avvocato Italo Colaneri, è stata anche revocata la misura cautelare, ovvero gli arresti domiciliari. Il pubblico ministero Marika Ponziani aveva chiesto la condanna a 5 anni, 2 mesi e 10 giorni di reclusione.
Riconosciuto colpevole del reato di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, l’uomo è stato assolto «per particolare tenuità del fatto» dall’accusa di detenzione illegale di munizioni per il caricamento di armi da guerra, rinvenute nel corso di un blitz delle fiamme gialle cominciato a Orsogna, dove lui è stato fermato a bordo della sua Alfa Romeo Stelvio, proseguito a Casoli, paese in cui si trova il capannone, e terminato a Francavilla, luogo di residenza. In base alla tesi difensiva, quei proiettili erano stati trovati dal quarantasettenne in modo casuale, circa trent’anni prima, nel corso di una battuta di pesca.
Durante la perquisizione conclusa con l’arresto, l’uomo era stato trovato in possesso anche di una serie di assegni dall’importo complessivo ingente: 3,9 milioni di euro. La maggior parte di questi erano intestati a lui e uno è risultato post-datato. Il ritrovamento ha spinto la guardia di finanza ad aprire un nuovo filone investigativo per scoprire la ragione per la quale l’imputato deteneva i titoli di credito. Per quanto riguarda gli assegni e la relativa ipotesi di riciclaggio, le indagini della procura sono ancora in corso. (g.let.)
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