Cocaina venduta a 70 euro agli operai disoccupati
Così gli 11 arrestati hanno creato un florido mercato di stupefacenti a prezzi bassi I consumatori di ogni ceto sociale. Ma la sostanza più usata è quella da fumare
LANCIANO. È l’eroina oggi a farla da padrone sul mercato dello spaccio frentano. Di quasi due chili di droga sequestrata dai carabinieri nel corso dell’operazione “Gipsy drug”, che con l’arresto di undici persone e la denuncia di altre venti ha dato un colpo al traffico messo in piedi da alcune famiglie rom, la metà era del derivato della morfina, più accessibile economicamente della cocaina. Intercettazioni e filmati, frutto dell’indagine di Procura e carabinieri, documentano un forte uso di droghe pesanti da parte dei consumatori frentani.
I consumatori. C’è il lavoratore e il disoccupato, il ventenne e il cinquantenne, tra i clienti degli undici arrestati per detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti. «La droga era destinata a consumatori di ogni ceto sociale», spiega il capitano della compagnia carabinieri di Lanciano, Masssimo Capobianco, che insieme al nucleo operativo radiomobile, diretto dal tenente Massimo Canale, ha condotto l’attività investigativa, «la sostanza più utilizzata è l’eroina che oggi, più che iniettata, viene fumata, pensando erroneamente che faccia meno male». Tra le sostanze sequestrate anche flaconi di metadone e pasticche di suboxone, generalmente prescritti ai tossicodipendenti in cura.
Il giro d’affari. Difficile da stimare il giro d’affari messo in piedi dalle famiglie rom, le quali non operavano in maniera organizzata. Ognuna aveva la sua fetta di clienti oppure operava in zone precise della città. In comune avevano, però, le fonti di approvvigionamento per le sostanze stupefacenti, corrieri abruzzesi ma anche da Milano e Roma. C’era chi movimentava grossi quantitativi di sostanze e i pusher al dettaglio, che spacciavano da 0,3 a un grammo di droga. «Poteva rientrare anche il doppio di quanto speso per l’acquisto di una partita di droga», nota il capitano Capobianco, «da 70 a 100 euro era il costo di un grammo di cocaina, 40 euro per l’eroina». I prezzi scendono per hashish e marijuana.
I quartieri. Non era solo il centro storico teatro degli scambi tra spacciatori e clienti. Di certo i vicoli dei borghi storici, Lancianovecchia e Civitanova in particolare, offrivano spazi riparati per le trattative. Ma gli arresti sono stati eseguiti anche nel quartiere Santa Rita, nella zona dello stadio Biondi (rione San Giuseppe) e nella contrada Torre Marino. La droga non veniva conservata in casa per evitare che venisse trovata in caso di perquisizioni da parte delle forze dell’ordine, ma comunque in posti vicini alle abitazioni e facilmente raggiungibili. Tra i luoghi di incontro scelti per gli scambi compaiono anche una scuola superiore e una chiesa.
Stratagemmi. Nel gergo usato tra spacciatori e clienti, l’appuntamento per la cessione della dose di sostanza stupefacente diventava «Ci prendiamo un caffè?». Il capofamiglia Giuseppe Di Rocco, 66 anni, dipendente della Provincia, sarebbe stato intercettato mentre diceva al figlio, denunciato in stato di libertà, di preparare un «caffè normale», poiché sarebbe passato il cliente a ritirare la «solita» dose. La vendita della droga avveniva anche mediante l’utilizzo di biciclette: il cliente saliva in sella alla bici per raggiungere un luogo appartato dove poteva prelevare la dose senza essere visto da nessuno e nasconderla nel telaio del mezzo. Quindi tornava dal pusher per riconsegnare la bicicletta. Le donne rom, invece, per spostare lo stupefacente da un luogo all’altro lo nascondevano sotto i vestiti, così da eludere eventuali controlli.
Stefania Sorge
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