gli arrestati

Cominciati gli interrogatori Ma in cinque non rispondono

VASTO. Sono cominciati ieri poco dopo le 9, nel carcere di Torre Sinello, gli interrogatori per rogatoria del primo gruppo di indagati dell’“Operazione Adriatico». Il primo a comparire davanti al...

VASTO. Sono cominciati ieri poco dopo le 9, nel carcere di Torre Sinello, gli interrogatori per rogatoria del primo gruppo di indagati dell’“Operazione Adriatico». Il primo a comparire davanti al gip, Anna Rosa Capuozzo, Enrico Tumini di Gissi, su consiglio del difensore, l’avvocato Nicola Chieffo, si è avvalso della facoltà di non rispondere. Lo stesso hanno fatto poco dopo Rodolfo Pinto di San Salvo, assistito da Antonello Cerella; Rodrigo Mariano Lalla, di San Buono, difeso da Alessandro Orlando; Fabio Martusciello, di Napoli, residente a Gissi, difeso da Raffaele Giacomucci. I legali hanno contestato la notifica arrivata poche ore prima degli interrogatori e la lesione del diritto di difesa.

Antonello Cerella ha annunciato il ricorso ai giudici del Tribunale del riesame. «Le accuse rivolte al mio cliente non sono contestualizzate e si riferiscono a dieci anni fa. Mancano, inoltre, i gravi indizi di colpevolezza per disporre la custodia cautelare in carcere», afferma il legale. Anche Angelica Koidl, interrogata nel carcere di Chieti, ha fatto scena muta. Hanno contestato le accuse rispondendo alle domande del giudice Capuozzo, Lino Croce e il padre Carlo, entrambi di Pescara , residenti a Gissi. «Hanno chiarito la loro posizione», spiega il difensore, l’avvocato Fiorenzo Cieri. «Non solo si sono dichiarati estranei al sodalizio criminale descritto da Lorenzo Cozzolino, ma hanno dimostrato con i fatti che erano semmai in guerra con lui», rimarca Cieri. In effetti fu la faida fra Lino Croce e Cozzolino ad accendere i riflettori su Gissi. Croce e Cozzolino legati da vincoli familiari (Croce ha sposato la sorella di Cozzolino) furono accusati di vicendevoli azioni ritorsive. «Carlo Croce, poi accusato di essere l’armiere del gruppo, ha rigettato categoricamente l’accusa», afferma in tono perentorio Cieri. Anche Cieri è intenzionato a presentare ricorso al Tribunale del Riesame dell’Aquila.

Domani è previsto l’interrogatorio di altri imputati eccellenti. Fra loro c’è Lucia Sauchella rinchiusa nel carcere di Latina. L’interrogatorio della donna, accusata di fare settimanalmente viaggi a Napoli con Italia Belsole, moglie di Cozzolino, per acquistare la droga comincerà alle 11. Lucia Sauchella sarà assistito dall’avvocato Raffaele Giacomucci.

Martedì sarà la volta di un altro personaggio chiave dell’inchiesta: Carmine Bevilacqua, marito della Sauchella. Il rom è stato richiuso nel carcere di Campobasso e là lo raggiungerà il difensore, l’avvocato Giovanni Cerella. (p.c.)

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