Commercio, sì del consiglio
Il Pdl boccia la legge che ha approvato in Regione.
CHIETI. Passano con i voti della maggioranza le nuove norme in materia di commercio. Poi il centrodestra abbandona l’aula senza votare le modifiche al piano dei lavori pubblici. Modifiche che consentiranno il ritorno a scuola degli alunni nei plessi lesionati dal sisma. E’ un copione che si ripete da anni in consiglio. La minoranza protesta su tutto, anche su provvedimenti da essa stessa ispirati in Regione e poi approvati all’unanimità. Il piano del commercio è un caso da manuale: chiamata a recepire i contenuti di una legge regionale del 2008, l’assemblea civica si è ritrovata a polemizzare su questioni estranee al provvedimento. Confcommercio, con un volantino a firma del presidente, Angelo Allegrino, aveva acceso nei giorni scorsi la miccia dello scontro politico. Nel documento si parlava di «morte del piccolo commercio cittadino» e s’invitava i consiglieri a non accogliere una legge su cui la stessa Confcommercio, appena un anno fa, si era espressa favorevolmente.
Eppure, quelle approvate ieri, sono disposizioni più restrittive rispetto al piano che consentì, negli anni passati, il proliferare della grande distribuzione nella Val Pescara. «Il danno al piccolo commercio, se di questo si deve parlare», rimarca il sindaco Francesco Ricci, «è stato semmai provocato in passato, non certo dal recepimento di questa legge che oggi abbiamo finalmente approvato». In aula, se ne sono sentite di tutti i colori con il candidato in pectore del centrodestra, Umberto Di Primio, impegnato a lanciare accuse sulla condizione di difficoltà del piccolo commercio in centro storico. Discussione che va avanti da almeno vent’anni, a conferma che le ragioni della crisi individuano responsabilità molto estese nel tempo, tutte riferibili al ceto politico che oggi si erge a difensore dei piccoli negozi. Stando a quel che accade oggi, la contesa riguarderebbe la quota commerciale destinata all’Alitec di Toto per l’ex zuccherificio.
In realtà, nessuna forza politica né associazioni di categoria hanno mai contestato questo progetto. «Tra l’altro», precisa l’assessore Valter De Cesare, «nel suo volantino, la Confcommercio commette uno svarione attribuendo all’insediamento di Toto una superficie commerciale di 95mila metri quadrati, confondendo l’area complessiva indicata dal progetto con la quota dei negozi che è invece pari al 10 per cento». «La vostra parte politica consente a livello nazionale l’operazione Alitalia», incalza il presidente dell’assemblea, Enrico Raimondi, intervenendo dal suo scranno di consigliere di Rifondazione, «poi venite qui, al consiglio comunale di Chieti, a contestare Toto. Non è serio». Alla fine, la normativa sul commercio viene approvata. Le nuove disposizioni ricevono il sì dei 19 consiglieri di centrosinistra presenti con un astenuto sul fronte di minoranza.
Norme che, tra l’altro, porteranno in dote la possibilità di rilasciare 30 autorizzazioni per le attività al dettaglio nel centro storico e altre 25 tra la vallata e altri quartieri periferici. Ma il vero colpo di teatro arriva alla fine della seduta, quando il consiglio apre il dibattito sul recupero dei fondi per i lavori di ristrutturazione urgenti nelle scuole danneggiate dal terremoto. Il centrodestra, dopo essersi vista bocciata una pregiudiziale, abbandona la seduta per protesta. Con i soli voti della maggioranza si potrà dunque avviare la messa in sicurezza antisismica nelle materne di via Pescara (450mila euro), Brecciarola (350mila euro) e Santa Barbara (380mila).
Eppure, quelle approvate ieri, sono disposizioni più restrittive rispetto al piano che consentì, negli anni passati, il proliferare della grande distribuzione nella Val Pescara. «Il danno al piccolo commercio, se di questo si deve parlare», rimarca il sindaco Francesco Ricci, «è stato semmai provocato in passato, non certo dal recepimento di questa legge che oggi abbiamo finalmente approvato». In aula, se ne sono sentite di tutti i colori con il candidato in pectore del centrodestra, Umberto Di Primio, impegnato a lanciare accuse sulla condizione di difficoltà del piccolo commercio in centro storico. Discussione che va avanti da almeno vent’anni, a conferma che le ragioni della crisi individuano responsabilità molto estese nel tempo, tutte riferibili al ceto politico che oggi si erge a difensore dei piccoli negozi. Stando a quel che accade oggi, la contesa riguarderebbe la quota commerciale destinata all’Alitec di Toto per l’ex zuccherificio.
In realtà, nessuna forza politica né associazioni di categoria hanno mai contestato questo progetto. «Tra l’altro», precisa l’assessore Valter De Cesare, «nel suo volantino, la Confcommercio commette uno svarione attribuendo all’insediamento di Toto una superficie commerciale di 95mila metri quadrati, confondendo l’area complessiva indicata dal progetto con la quota dei negozi che è invece pari al 10 per cento». «La vostra parte politica consente a livello nazionale l’operazione Alitalia», incalza il presidente dell’assemblea, Enrico Raimondi, intervenendo dal suo scranno di consigliere di Rifondazione, «poi venite qui, al consiglio comunale di Chieti, a contestare Toto. Non è serio». Alla fine, la normativa sul commercio viene approvata. Le nuove disposizioni ricevono il sì dei 19 consiglieri di centrosinistra presenti con un astenuto sul fronte di minoranza.
Norme che, tra l’altro, porteranno in dote la possibilità di rilasciare 30 autorizzazioni per le attività al dettaglio nel centro storico e altre 25 tra la vallata e altri quartieri periferici. Ma il vero colpo di teatro arriva alla fine della seduta, quando il consiglio apre il dibattito sul recupero dei fondi per i lavori di ristrutturazione urgenti nelle scuole danneggiate dal terremoto. Il centrodestra, dopo essersi vista bocciata una pregiudiziale, abbandona la seduta per protesta. Con i soli voti della maggioranza si potrà dunque avviare la messa in sicurezza antisismica nelle materne di via Pescara (450mila euro), Brecciarola (350mila euro) e Santa Barbara (380mila).