Commissario al Negri Sud Spunta il nome di Fratocchi
Il prefetto avrebbe scelto il liquidatore nel docente universitario dell’Aquila Stabulario senza personale: ditta di Monza pronta a prendere le cavie
SANTA MARIA IMBARO. È ancora tutto in stallo nell’istituto di ricerca Mario Negri Sud, il cui destino è ormai appeso a un filo. Dal 26 ottobre, data entro la quale il prefetto di Chieti Fulvio Rocco De Marinis, doveva ricevere la documentazione definitiva per avviare le pratiche per il commissariamento della struttura scientifica, oberata dai debiti, nessuno ha più saputo nulla sulla nomina di un commissario liquidatore. Pare che sia stato designato il professore Luciano Fratocchi, dell’Università dell’Aquila, ma la nomina nin è confermata. L’attesa sulla nomina, che dura ormai da circa tre settimane, arriva ad infliggere ulteriore drammaticità e angoscia a una situazione d’incertezza che si trascina da mesi. I dipendenti dell’istituto sono esasperati. Nessuna comunicazione da parte della dirigenza, nessuna informazione esterna e, allo stesso tempo, i progetti scientifici di ricerca che, invece, devono essere portati avanti.
La decisione di avviare il commissariamento dell’istituto era arrivata nelle scorse settimane. Ad avanzarla è stata la stessa dirigenza dell’istituto scientifico. Drammatica la situazione debitoria per mancati finanziamenti e gestione fallimentare della struttura: a fronte di un debito di 4,6 milioni di euro certificato nella scorsa primavera si è arrivati ad oltre 7 milioni di euro di rosso in bilancio. Di qui la decisione di far intervenire il prefetto di Chieti che ha avviato il procedimento di commissariamento.
L’istituto di fatto è ancora attivo. I ricercatori e i dipendenti vanno ogni giorno sul posto di lavoro anche se non percepiscono lo stipendio da oltre un anno. La struttura sembra tuttavia svuotata di tutto, oltre che di speranza. Chi ha potuto ha fatto gli scatoloni e le valigie ed è andato via. Chi no entra ogni giorno in stanze e corridoi che sembrano deserti. I dipendenti rimasti sono perfino costretti ad effettuare la pulizia dei laboratori da soli. Anche lo stabulario, laboratorio che ospita le cavie utilizzate per la ricerca, è a rischio chiusura. Da oltre una settimana i dipendenti che vi lavoravano hanno attivato l’“eccezione di inadempimento”, una forma di autotutela nei contratti di lavoro che consente al lavoratore di rifiutarsi di adempiere alle proprie mansioni se il datore di lavoro non adempie alla propria, ovvero il pagamento degli stipendi. Lo stabulario, che contiene diverse decine di topi utilizzati per la ricerca, è gestito con risorse interne del centro che tuttavia è in contatto con l’associazione di volontariato “La collina dei conigli” di Monza che si occupa di recuperare e successivamente ricollocare in ambienti famigliari animali provenienti da laboratori di sperimentazione. Delle cavie da laboratorio rimaste al Negri Sud, infatti, numerose andrebbero soppresse e quelle invece “portatrici” di geni utili per la ricerca dovranno essere ospitate in centri specializzati. La Collina dei conigli è pronta a prelevare le cavie destinate alla soppressione fin da queste ore.
Daria De Laurentiis
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