Compensi e indennità a processo l’ex Cda
Secondo il Gup in cinque percepirono ingiusti profitti dall’ente per 318 mila euro Prosciolto l’avvocato Nicolucci per la carica di direttore della società
LANCIANO. Cinque rinvii a giudizio e un proscioglimento. È la decisione del giudice per le udienze preliminari di Lanciano, Flavia Grilli, sulla vicenda che ha trascinato in tribunale l’ex consiglio di amministrazione (Cda) dell’ex Consorzio comprensoriale smaltimento rifiuti di Lanciano, oggi Ecolan spa. A processo, il prossimo 10 luglio,vanno Riccardo La Morgia ex presidente, Nicola Di Toro, ex vicepresidente, gli ex componenti del Cda, Luigi Toppeta, Camillo Di Giuseppe e Nicola Carulli. Prosciolto Giacomo Nicolucci, dall’accusa di essere direttore pro tempore della società.
I cinque rinviati a giudizio devono rispondere di abuso di ufficio continuato in concorso per la violazione dell’articolo 27 dello statuto consortile che stabiliva che l’assemblea dei 53 sindaci soci aveva la competenza di determinare i compensi e per la mancata riduzione delle indennità del 50%come previsto dalla legge finanziaria del 2008 per gli amministratori di un Comune con popolazione pari a quella del Consorzio.
Inoltre devono rispondere anche del fatto che, seppur decaduti per scadenza di mandato nel giugno 2009, sono rimasti in carica fino al 15 ottobre 2009 e non avrebbero convocato l’assemblea dei soci per il rinnovo delle cariche. Azioni che, per la Procura, avrebbero assicurato agli imputati ingiusti profitti, in ordine alla mancata riduzione dei compensi di circa 140 mila euro tra il 2008 e 2009, e per il fatto di essere rimasti in carica, per altri 178 mila euro tra giugno e settembre 2009, ad eccezione di Camillo Di Giuseppe, dimessosi a luglio 2009.
Accuse queste ovviamente respinte dagli indagati che ricordano che per la riduzione del 50 cento dei compensi la Finanziaria 2008 rimandava per l’applicazione a un decreto ministeriale che non è mai stato promulgato.
Sono stati invece tutti prosciolti perché il fatto non sussiste dall’accusa di abuso di ufficio in concorso per l’affidamento dell’incarico di direttore - carica rimasta vacante nel febbraio 2009 - a Giacomo Nicolucci. «Il giudice in questo caso non ha ravvisato nessuna violazione di legge né da parte del Cda né di Nicolucci», dice Alessandro Troilo, legale di Nicolucci assieme a Massimo Krogh, «perché Nicolucci, avvocato, non avrebbe svolto incarichi da direttore, ma avrebbe solo implementato il suo lavoro di consulente legale».
Diverso il parere del procuratore capo, Francesco Menditto: «La Procura ha visto confermata dal giudice l’ipotesi accusatoria per abuso di atti d’ufficio», commenta Menditto, «in particolare la contestazione di aver percepito ingiusti profitti. Per il proscioglimento del capo relativo alla nomina di direttore, è una mera questione di diritto e leggeremo le motivazioni della sentenza del Gup per valutare l’eventuale impugnazione. Con questo processo la Procura conferma l’attenzione verso i reati contro la pubblica amministrazione».
Teresa Di Rocco
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