Comune, il centrodestra resta diviso Il Pd attacca: «Sanità militarizzata»
An fa il pieno di nomine negli enti ma nella maggioranza continuano i mugugni.
LANCIANO. La ripresa autunnale dell’attività politico-amministrativa trova il centrodestra lancianese più o meno come cinque mesi fa, alle vigilia delle amministrative: lacerato da sospetti e divisioni. Le nomine, prima in giunta e poi negli enti strumentali, non hanno ricucito gli strappi sorti con l’affaire provinciali e, anzi, ne hanno provocati di nuovi.
L’ultimo segnale in questo senso per la maggioranza di Filippo Paolini (Pdl) è arrivato, inaspettato, con la bocciatura degli equilibri di bilancio da parte della commissione, perché maturato dagli stessi componenti del Pdl. Segno di una frangia di malcontento che attraversa gli scranni della maggioranza, definita «dai grandi numeri» in occasione della presentazione della nuova giunta. Ma che questi grandi numeri non li ha ancora dimostrati sulla carta, come ha provato l’elezione del presidente del consiglio comunale. Per bilanciare la confusione e la volubilità del Pdl lancianese, i vertici del centrodestra hanno così iniziato ad occupare tutti i posti e gli spazi disponibili.
Ne è convito il capogruppo regionale del Pd, Camillo D’Alessandro, in particolare riguardo al caso dell’azienda sanitaria locale. «Presenterò un’interrogazione al presidente della giunta regionale per denunciare i tentativi di “militarizzazione” politica della Asl», annuncia il capogruppo pd, «mi riferiscono che gli uffici della Asl Lanciano-Vasto sono oggetto di ripetute visite da parte del senatore Fabrizio Di Stefano, vice coordinatore del Pdl. Visite che, a mio giudizio, intendono mandare un preciso segnale politico: qui comando io e Alleanza nazionale».
Non a caso come sub-commissario della Asl la Regione ha nominato un ex An come Giancarlo Barrella, ex sindaco di Casoli. Anche il Pd locale aveva lanciato l’allarme, parlando di «tollizzazione» della politica lancianese (Di Stefano è originario di Tollo). «Voglio capire se si tratta di visite istituzionali o politiche», riprende D’Alessandro, «perché le Asl dovrebbero occuparsi della salute dei cittadini e non trasformarsi in succursali dei partiti. Noi saremo vigili per garantire l’autonomia di dipendenti e medici. La politica deve uscire fuori dalla sanità. La destra, piuttosto», conclude l’esponente Pd, «dica che fine farà la Asl di Lanciano».
Di Stefano, intanto, sarà presente domani (alle 16,30 nella sede dell’ente) per l’insediamento del nuovo consiglio d’amministrazione del Consorzio rifiuti, dove ha “piazzato” un altro dei suoi, Gianpanfilo Tartaglia, assessore silurato da Paolini.
L’ultimo segnale in questo senso per la maggioranza di Filippo Paolini (Pdl) è arrivato, inaspettato, con la bocciatura degli equilibri di bilancio da parte della commissione, perché maturato dagli stessi componenti del Pdl. Segno di una frangia di malcontento che attraversa gli scranni della maggioranza, definita «dai grandi numeri» in occasione della presentazione della nuova giunta. Ma che questi grandi numeri non li ha ancora dimostrati sulla carta, come ha provato l’elezione del presidente del consiglio comunale. Per bilanciare la confusione e la volubilità del Pdl lancianese, i vertici del centrodestra hanno così iniziato ad occupare tutti i posti e gli spazi disponibili.
Ne è convito il capogruppo regionale del Pd, Camillo D’Alessandro, in particolare riguardo al caso dell’azienda sanitaria locale. «Presenterò un’interrogazione al presidente della giunta regionale per denunciare i tentativi di “militarizzazione” politica della Asl», annuncia il capogruppo pd, «mi riferiscono che gli uffici della Asl Lanciano-Vasto sono oggetto di ripetute visite da parte del senatore Fabrizio Di Stefano, vice coordinatore del Pdl. Visite che, a mio giudizio, intendono mandare un preciso segnale politico: qui comando io e Alleanza nazionale».
Non a caso come sub-commissario della Asl la Regione ha nominato un ex An come Giancarlo Barrella, ex sindaco di Casoli. Anche il Pd locale aveva lanciato l’allarme, parlando di «tollizzazione» della politica lancianese (Di Stefano è originario di Tollo). «Voglio capire se si tratta di visite istituzionali o politiche», riprende D’Alessandro, «perché le Asl dovrebbero occuparsi della salute dei cittadini e non trasformarsi in succursali dei partiti. Noi saremo vigili per garantire l’autonomia di dipendenti e medici. La politica deve uscire fuori dalla sanità. La destra, piuttosto», conclude l’esponente Pd, «dica che fine farà la Asl di Lanciano».
Di Stefano, intanto, sarà presente domani (alle 16,30 nella sede dell’ente) per l’insediamento del nuovo consiglio d’amministrazione del Consorzio rifiuti, dove ha “piazzato” un altro dei suoi, Gianpanfilo Tartaglia, assessore silurato da Paolini.