Concussione, due condanne in Comune
Monteodorisio. «Togli la querela e non denunciamo gli abusi edilizi»: un anno per induzione indebita a dare pubblica utilità
MONTEODORISIO. Un anno di reclusione a testa e il risarcimento del danno. È la pena comminata ieri mattina dai giudici del tribunale di Vasto - presidente Elio Bongrazio, giudici a latere Fabrizio Pasquale e Michelina Iannetta - a due tecnici del Comune di Monteodorisio per il reato di induzione indebita a dare o promettere utilità.
I due imputati, difesi dall’avvocato Fiorenzo Cieri, erano accusati di concussione. Il difensore è riuscito ad ottenere la derubricazione del reato e l’applicazione di una norma recente in materia di reati commessi nell’ambito della pubblica amministrazione. La sentenza soddisfa ugualmente l’avvocato Biase Di Candilo, legale della parte lesa, P.M., che si è costituita parte civile.
«I due pubblici ufficiali, Vincenzo Silvestri e Italo Paganelli, impiegati presso l’ufficio tecnico del Comune di Monteodorisio, nell’aprile di 4 anni fa provarono a proporre al mio cliente, P.M., di ritirare una querela sporta nei confronti di alcuni dipendenti comunali. In cambio loro avrebbero evitato di fare una denuncia al mio assistito per presunti abusi edilizi riscontrati», racconta l’avvocato Biase Di Candilo. I due tecnici in sostanza nel verificare alcune perdite di acqua vicino alla casa di P.M., avevano individuato degli abusi. L’uomo, tuttavia, rifiutò la proposta e si rivolse all’avvocato Di Candilo denunciando i due dipendenti comunali per concussione. Dopo quattro anni la vicenda è approdata ieri in tribunale.
I due dipendenti hanno rischiato una condanna piuttosto severa. Al termine dell’istruttoria dibattimentale i giudici hanno riconosciuto la colpevolezza invocata dall’avvocato Di Candilo accogliendo tuttavia le richieste formulate dalla pubblica accusa rappresentata dal pm Giancarlo Ciani e condivise dal difensore degli imputati. Il reato di concussione è stato derubricato nell’accusa più lieve di induzione indebita a dare pubblica utilità. Dichiarata comunque la responsabilità penale dei due funzionari pubblici. «Ricorreremo in appello», annuncia l’avvocato Cieri. (p.c.)
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