Condono edilizio, le pratiche sono mille

Molte attendono di essere concluse da oltre venti anni: il 10 maggio è l’ultimo giorno per presentare la documentazione

LANCIANO. Sono un migliaio le richieste di condono edilizio rimaste ferme in Comune da 19 o addirittura 28 anni. Le domande sono quelle presentate in occasione della sanatoria del 1985, quando in municipio arrivarono 4 mila richieste di condono, e la successiva del 1994, con altre duemila richieste. Da allora sono circa mille le pratiche che non sono andate in porto.

A dare nuova speranza a questi proprietari di immobili, ma anche alle amministrazioni comunali abruzzesi che incasserebbero somme dalle integrazioni agli oneri di urbanizzazione, è stato il consiglio regionale che, durante l’esame della Finanziaria, ha approvato un emendamento che consente ai Comuni di definire le vecchie pratiche di condono bloccate da decenni.

Con il condono edilizio si possono sanare, previa autodenuncia, fenomeni di abusivismo nella costruzione, nell’ampliamento o nella modifica di un immobile. Gli uffici comunali hanno tempo fino al 31 dicembre per concludere le istruttorie e consentire ai cittadini interessati di versare quanto dovuto per sanare gli abusi edilizi. A Lanciano è stata creata una sorta di task force - oltre al personale del settore urbanistica sono stati impiegati dipendenti del settore commercio - per riprendere ad una ad una le pratiche inevase. Nel 1985, infatti, non esistevano ancora archivi informatizzati. Il lavoro certosino, durato settimane, sta per concludersi: entro venerdì saranno 930 le lettere spedite ai proprietari degli immobili che chiesero la sanatoria decenni fa.

«È la prima volta che viene fissato un termine per la definizione del condono edilizio», spiega l’assessore all’urbanistica, Pasquale Sasso (Pd), «per il grande numero di richieste che arrivarono in occasione delle due sanatorie, di molte pratiche in questi anni si erano perse le tracce. La legge regionale ci dà la possibilità di concludere le istruttorie mancanti».

Entro il 10 maggio, come spiegano anche gli avvisi spediti a casa, i cittadini interessati dovranno trasmettere agli uffici competenti una dichiarazione sostitutiva che dovrà attestare la disponibilità dell’immobile oggetto del condono, la sussistenza delle condizioni per l’applicazione delle riduzioni delle somme dovute per le oblazioni, la descrizione dello stato delle opere abusive con l’indicazione della superficie e della volumetria, la residenza del dichiarante e l’avvenuta variazione catastale.

Il Comune potrà controllare la veridicità della documentazione inviata. Se sarà tutto in regola l’ufficio tecnico rilascerà il titolo edilizio in sanatoria. Le false dichiarazioni, invece, saranno inviate alla Procura della Repubblica e al dichiarante verrà comunicata la decadenza del beneficio alla sanatoria.

Stefania Sorge

©RIPRODUZIONE RISERVATA