Consigli caos, opposizione dal prefetto
«Regolamento calpestato: sedute deserte e poi riconvocate senza riunire i capigruppo»
LANCIANO. Consigli comunali stabiliti senza il parere dei capigruppo, prime convocazioni sistematicamente ignorate, sedute che continuano nei giorni successivi dopo che la maggioranza ha deciso la sospensione dei lavori. L'esame delle osservazioni al piano regolatore in consiglio comunale è diventato un caos. Dopo aver invano presentato protesta al presidente del consiglio comunale, l'opposizione porterà il caso all'attenzione del prefetto Vincenzo Greco.
I consiglieri di minoranza di Pd, Idv e Prc (tramite i capigruppo Franco Ferrante, Pierluigi Vinciguerra e Paride Marinelli) erano già insorti nei giorni scorsi, presentando un documento al presidente del consiglio comunale, Nicola Pasquini (nella foto) (Pdl), o chi per lui fa le veci, in cui si chiedeva di considerare illegittima, e quindi di dichiarare nulla, la seduta del 15 settembre. «Sia lo statuto che il regolamento del consiglio comunale», scrive l'opposizione, «prevedono solo ed esclusivamente che lo stesso sia convocato in prima e seconda seduta, previa fissazione delle date, e non anche in una terza data rimessa al presidente del consiglio sotto la forma della sospensione dei lavori».
Questo è quello che accade, invece, da quando, alla fine di agosto, le sedute sul Prg sono ricominciate, ma anche prima della pausa estiva, dopo la figuraccia della maggioranza che ha fatto mancare il numero legale per una pausa-cena troppo prolungata. Da allora il centrodestra ha deciso di mettersi al riparo dal rischio quorum, facendo sistematicamente saltare le sedute di prima convocazione e rinviando direttamente a quelle di seconda, in cui il numero legale non serve. Succede anche stamattina: il consiglio comunale convocato per le 8 andrà deserto e slitterà alla seconda convocazione, domani alle 18.
Con quella odierna è la quarta volta di seguito che il consiglio comunale in prima convocazione va deserto. «E' da settimane che le convocazioni sono indeterminate nell'oggetto e nelle date», sostiene uno dei firmatari, Ferrante, «questo atteggiamento impedisce al consigliere comunale di organizzare la propria attività politica, perché le sedute vengono interrotte e riprendono a piacimento della maggioranza, senza neanche più riunire i capigruppo. Invieremo un ulteriore documento di protesta alla prefettura, che è già intervenuta in altri comuni per casi simili».
L'opposizione mette in luce che si tratta anche di una questione economica: «Mescolando carte e date si buttano i soldi dei contribuenti». Sì, perché ogni volta che una seduta è convocata e va deserta il personale (dal segretario all'usciere, a chi stenografa le sedute) va pagato e ai consiglieri che rispondono all'appello spetta il gettone di presenza di 30 euro lordi, che moltiplicati per tutte le sedute, che occorrono da qui all'adozione definitiva del piano regolatore, fanno una bella cifra. «La convocazione sotto forma di sospensione dei lavori e la loro prosecuzione sine die sono un arbitrio del presidente del consiglio», conclude Ferrante, «che ha invece l'obbligo di attivarsi per l'imparzialità e la difesa dei diritti dei singoli consiglieri».
I consiglieri di minoranza di Pd, Idv e Prc (tramite i capigruppo Franco Ferrante, Pierluigi Vinciguerra e Paride Marinelli) erano già insorti nei giorni scorsi, presentando un documento al presidente del consiglio comunale, Nicola Pasquini (nella foto) (Pdl), o chi per lui fa le veci, in cui si chiedeva di considerare illegittima, e quindi di dichiarare nulla, la seduta del 15 settembre. «Sia lo statuto che il regolamento del consiglio comunale», scrive l'opposizione, «prevedono solo ed esclusivamente che lo stesso sia convocato in prima e seconda seduta, previa fissazione delle date, e non anche in una terza data rimessa al presidente del consiglio sotto la forma della sospensione dei lavori».
Questo è quello che accade, invece, da quando, alla fine di agosto, le sedute sul Prg sono ricominciate, ma anche prima della pausa estiva, dopo la figuraccia della maggioranza che ha fatto mancare il numero legale per una pausa-cena troppo prolungata. Da allora il centrodestra ha deciso di mettersi al riparo dal rischio quorum, facendo sistematicamente saltare le sedute di prima convocazione e rinviando direttamente a quelle di seconda, in cui il numero legale non serve. Succede anche stamattina: il consiglio comunale convocato per le 8 andrà deserto e slitterà alla seconda convocazione, domani alle 18.
Con quella odierna è la quarta volta di seguito che il consiglio comunale in prima convocazione va deserto. «E' da settimane che le convocazioni sono indeterminate nell'oggetto e nelle date», sostiene uno dei firmatari, Ferrante, «questo atteggiamento impedisce al consigliere comunale di organizzare la propria attività politica, perché le sedute vengono interrotte e riprendono a piacimento della maggioranza, senza neanche più riunire i capigruppo. Invieremo un ulteriore documento di protesta alla prefettura, che è già intervenuta in altri comuni per casi simili».
L'opposizione mette in luce che si tratta anche di una questione economica: «Mescolando carte e date si buttano i soldi dei contribuenti». Sì, perché ogni volta che una seduta è convocata e va deserta il personale (dal segretario all'usciere, a chi stenografa le sedute) va pagato e ai consiglieri che rispondono all'appello spetta il gettone di presenza di 30 euro lordi, che moltiplicati per tutte le sedute, che occorrono da qui all'adozione definitiva del piano regolatore, fanno una bella cifra. «La convocazione sotto forma di sospensione dei lavori e la loro prosecuzione sine die sono un arbitrio del presidente del consiglio», conclude Ferrante, «che ha invece l'obbligo di attivarsi per l'imparzialità e la difesa dei diritti dei singoli consiglieri».
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