Consigliere del Pdl, assunta la figlia
Il caso sollevato da Rifondazione. E la maggioranza si spacca
CHIETI. Parentopoli anche in Comune e la maggioranza si spacca. Tra i vigili urbani opera, in affiancamento, la figlia del consigliere del Pdl Domenico Di Fabrizio, vincitrice di una selezione nel comune di Roio del Sangro. L'iter burocratico che l'ha portata al servizio teatino non convince il consigliere del Prc-Fds, Riccardo Di Gregorio, intervenuto ieri sull'argomento in consiglio comunale.
«Sono rimasto sbalordito», dice, «quando ho saputo della determina 110 del 19 gennaio scorso, con la quale il Comune si impegna a spendere oltre 30 mila euro per pagare lo stipendio a questa nuova vigilessa. Ancor di più mi ha infastidito il contorto meccanismo burocratico che ha portato a questa determina».
Ad agosto del 2010 il consiglio comunale, come racconta lo stesso Di Gregorio, ha approvato una convenzione tra i Comuni di Chieti, Roio del Sangro e Rosello, su richiesta di questi, per la gestione associata di servizi di polizia locale, quali educazione stradale, formazione professionale e affiancamento.
«Diversi consiglieri», continua Di Gregorio, «anche in commissione statuto e regolamenti non capivano il perché di un accordo del genere con Comuni così lontani e, soprattutto, erano preoccupati che ne potessero derivare impegni economici per l'ente e dislocazione di vigili urbani teatini in quelle aree».
I dubbi vengono dissipati in seduta di consiglio dall'assessore Antonio Viola e il provvedimento passa.
«La giunta comunale teatina, poi, nel rivedere il fabbisogno del personale», continua Di Gregorio, «decide di assumere un vigile urbano proprio in forza di questa convenzione. Nel comune di Roio viene fatta nel frattempo la selezione per un posto di istruttore nell'area vigilanza, con contratto di formazione e lavoro, e viene vinta da Claudia Di Fabrizio, la figlia del consigliere del Pdl a Chieti, Domenico. Chiedo a questo punto chiarezza, per non dare spazio ad alcun sospetto su eventuali irregolarità e forzature in questa vicenda, fatte per favorire il parente di un esponente del consiglio comunale di Chieti».
Il Pdl dai banchi opposti respinge a gran voce i dubbi espressi sul caso. Domenico Di Fabrizio al taccuino preferisce non rilasciare alcuna dichiarazione, quando su altri organi di informazione aveva già negato l'aspetto clientelare della vicenda. «Vogliamo fare chiarezza nelle sedi deputate», dicono in una nota congiunta i consiglieri di Udc, Fli e Liberato Aceto della lista Uniti per Chieti, che ieri hanno chiesto e votato per la sospensione della seduta di consiglio dopo l'intervento di Di Gregorio. «L'elezione di un consigliere», affermano, «non deve essere vista come una opportunità per procurare un vantaggio a parenti ed amici. La speranza è che venga chiarito ogni dubbio sulla regolarità degli atti e dell'azione della giunta del comune di Chieti».
«La maggioranza è evidentemente spaccata», conclude il segretario cittadino del Pd, Enrico Iacobitti, «una parte di essa, che ha votato la delibera di agosto, oggi (ieri, ndc) ha chiesto la sospensione della seduta di consiglio. Vedo che sugli affari di famiglia, sempre che la veridicità di questi fatti venga accertata, anche sotto eventuali profili giudiziari, la maggioranza uscita dalle urne non c'è più».
Il consiglio si è, quindi, arenato sulla mancanza del numero legale per l'ultimo punto all'ordine del giorno. La prossima seduta è prevista venerdì, 28 gennaio, quando si discuterà anche l'approvazione del nuovo regolamento cimiteriale.
«Sono rimasto sbalordito», dice, «quando ho saputo della determina 110 del 19 gennaio scorso, con la quale il Comune si impegna a spendere oltre 30 mila euro per pagare lo stipendio a questa nuova vigilessa. Ancor di più mi ha infastidito il contorto meccanismo burocratico che ha portato a questa determina».
Ad agosto del 2010 il consiglio comunale, come racconta lo stesso Di Gregorio, ha approvato una convenzione tra i Comuni di Chieti, Roio del Sangro e Rosello, su richiesta di questi, per la gestione associata di servizi di polizia locale, quali educazione stradale, formazione professionale e affiancamento.
«Diversi consiglieri», continua Di Gregorio, «anche in commissione statuto e regolamenti non capivano il perché di un accordo del genere con Comuni così lontani e, soprattutto, erano preoccupati che ne potessero derivare impegni economici per l'ente e dislocazione di vigili urbani teatini in quelle aree».
I dubbi vengono dissipati in seduta di consiglio dall'assessore Antonio Viola e il provvedimento passa.
«La giunta comunale teatina, poi, nel rivedere il fabbisogno del personale», continua Di Gregorio, «decide di assumere un vigile urbano proprio in forza di questa convenzione. Nel comune di Roio viene fatta nel frattempo la selezione per un posto di istruttore nell'area vigilanza, con contratto di formazione e lavoro, e viene vinta da Claudia Di Fabrizio, la figlia del consigliere del Pdl a Chieti, Domenico. Chiedo a questo punto chiarezza, per non dare spazio ad alcun sospetto su eventuali irregolarità e forzature in questa vicenda, fatte per favorire il parente di un esponente del consiglio comunale di Chieti».
Il Pdl dai banchi opposti respinge a gran voce i dubbi espressi sul caso. Domenico Di Fabrizio al taccuino preferisce non rilasciare alcuna dichiarazione, quando su altri organi di informazione aveva già negato l'aspetto clientelare della vicenda. «Vogliamo fare chiarezza nelle sedi deputate», dicono in una nota congiunta i consiglieri di Udc, Fli e Liberato Aceto della lista Uniti per Chieti, che ieri hanno chiesto e votato per la sospensione della seduta di consiglio dopo l'intervento di Di Gregorio. «L'elezione di un consigliere», affermano, «non deve essere vista come una opportunità per procurare un vantaggio a parenti ed amici. La speranza è che venga chiarito ogni dubbio sulla regolarità degli atti e dell'azione della giunta del comune di Chieti».
«La maggioranza è evidentemente spaccata», conclude il segretario cittadino del Pd, Enrico Iacobitti, «una parte di essa, che ha votato la delibera di agosto, oggi (ieri, ndc) ha chiesto la sospensione della seduta di consiglio. Vedo che sugli affari di famiglia, sempre che la veridicità di questi fatti venga accertata, anche sotto eventuali profili giudiziari, la maggioranza uscita dalle urne non c'è più».
Il consiglio si è, quindi, arenato sulla mancanza del numero legale per l'ultimo punto all'ordine del giorno. La prossima seduta è prevista venerdì, 28 gennaio, quando si discuterà anche l'approvazione del nuovo regolamento cimiteriale.
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