Consorzio di bonifica In tre lasciano il Cda «per inerzia e debiti»

I rappresentanti degli agricoltori in lite col presidente: «Servizi irrigui fermi, a rischio centinaia di imprese»

LANCIANO. «Il presidente prenda atto delle nostre dimissioni dalla deputazione del Consorzio di bonifica sud e avvii la campagna irrigua». I rappresentanti di Coldiretti, Cia e Copagri della provincia di Chieti tuonano contro i ritardi nell’avvio del servizio che rischia di danneggiare centinaia di aziende.

È braccio di ferro, ormai, tra le associazioni di categoria e il presidente dell’ente, Fabrizio Marchetti. Dei cinque componenti della deputazione in tre si sono dimessi «esprimendo forte preoccupazione e allarme per la grave situazione di stallo in cui versa l’ente da diversi mesi». Sono Domenico Melchiorre, Tommaso Dell’Oso e Pietro Raffaello Marino, esponenti del mondo agricolo.

I conti dell’ente registrano un passivo di oltre 6,5 milioni di euro. Ma i deputati dimissionari denunciano anche una situazione di «mancata collegialità all’interno dell’organismo dirigente e l’impossibilità ad operare nell’ente». Dopo l’annuncio delle loro dimissioni, il presidente Marchetti li aveva richiamati «a un maggiore senso di responsabilità», invitandoli a partecipare alla nuova riunione delle deputazione, convocata per ieri, sostenendo che fosse tutto pronto per l’avvio del servizio irriguo. Ma i rappresentanti dell’agricoltura tornano a ribadire la loro posizione.

«A fronte delle dimissioni delle deputazione, il presidente preferisce accusare gli ex amministratori e le organizzazioni di categoria», sostengono in una nota congiunta Coldiretti, Cia e Copagri, «un comportamento inaccettabile che sta ritardando l’avvio della campagna irrigua mettendo a rischio la redditività di centinaia di imprese agricole. Le motivazioni fornite dal presidente sono pretestuose e dimostrano, paradossalmente, le ragioni di chi ha scelto di dimettersi proprio per prendere le distanze da una gestione approssimativa dell’ente che si trova in una situazione economico finanziaria ed amministrativa drammatica». «È puerile scaricare le colpe dicendo che chi è dimissionario ha la responsabilità del mancato avvio della campagna», continuano i rappresentanti agricoli, «se la deputazione è dimissionaria non può assolutamente deliberare: è l’organo di controllo dell’ente (il collegio dei revisori dei conti, ndc) che lo stabilisce e ha invitato da alcuni mesi il presidente alla convocazione del consiglio. Le responsabilità di Marchetti sul mancato avvio della campagna irrigua sono evidenti soprattutto se, come da lui stesso dichiarato, è tutto pronto», sottolineano i deputati dimissionari, «se questo non è stato fatto è evidente che siamo di fronte a un pretesto, un cavillo, di cui si dovrebbero chiedere le ragioni vere al presidente stesso. Coldiretti, Cia e Copagri chiedono in tal senso che si ravveda e proceda nelle proprie competenze a risolvere una situazione diventata inaccettabile per le centinaia di aziende che, a fronte del pagamento del canone, non hanno visto onorare ancora il servizio dovuto».

Stefania Sorge

©RIPRODUZIONE RISERVATA