i costi della politica
Consulenti Sangritana, indaga la Regione
Stipendi da 12mila euro al mese. La Di Lorenzo: «Nessuno scandalo»
LANCIANO. Stipendi da 12mila a 5mila euro al mese per consulenti esterni. Rimborsi spese di 2.500 euro. E, in evidente contrasto, un deficit di bilancio che sfiora i due milioni. La società di trasporto Sangritana - da mesi al centro di polemiche per le consulenze d’oro - è stavolta finita sotto la lente della Commissione di vigilanza della Regione. «Troppe spese», il verdetto finale. Ora i documenti che rischiano di far traballare la società verranno esaminati dal consiglio.
«In aula presenteremo una relazione», afferma Mario Amicone (Udc), attuale presidente della Commissione di vigilanza ed ex assessore regionale ai Trasporti, «i conti sono peggiorati, come dimostrano i bilanci in rosso. E le spese per i tre consulenti, il direttore generale e il vice sono a dir poco elevate. Stipendi di 5mila euro e rimborsi spese fino a 2.500 euro mensili per i consulenti, assunti per dieci mesi e con possibilità di rinnovo alla scadenza del mandato. Solo la busta paga del direttore generale è di 120mila euro. Il vice ne guadagna 90mila». La presidente Sangritana, Loredana Di Lorenzo (Margherita), è stata chiamata in audizione dalla stessa Commissione. «Il lavoro svolto da consulenti e manager», sostiene Amicone, «poteva essere fatto dai dirigenti già presenti in organico. Ma la Di Lorenzo ci ha detto che non sarebbero stati all’altezza. Vedremo che cosa ne pensa il consiglio regionale».
Gli incarichi nel mirino sono quelli assegnati a Luigi Nuzzo, in quota ai Socialisti democratici, e ad Alfonso D’Alfonso dell’Udeur, nominati rispettivamente direttore generale e vicedirettore. Contratti fatti dalla stessa Regione il primo e il 15 novembre dello scorso anno e successivamente ratificati dal consiglio d’amministrazione della Sangritana. Le consulenze esterne sono invece andate ai docenti universitari Massimo Basilavecchia e Luciano D’Amico e all’economista Piero Carducci. Quest’ultimo, sotto la giunta regionale di Giovanni Pace (An), era il direttore di Abruzzo Lavoro.
«Finalmente sono arrivate queste nomine perché da sola non ce la facevo più», commentò la presidente Di Lorenzo. Che adesso, a distanza di mesi, torna a respingere le critiche. «Davanti alla commissione», esordisce, «ho semplicemente ricordato di avere trovato, al momento del mio insediamento, un verbale della Finanza. Un documento che mi preoccupò molto perché evidenziava gravi operazioni economiche a danno dell’azienda. Quali? Non posso rivelarlo perché è in corso l’inchiesta. Ritenni opportuna un’indagine economico-finanziaria. Da qui la decisione di affidarmi a esperti. Non credo che un Cda possa avere determinato tanti danni in appena quatto mesi. Sono attacchi politici da parte di chi deve pur sopravvivere». Ma c’è da fare i conti anche con i bilanci, anche questi nel mirino della Regione. Il Cda è chiamato ad approvare il consuntivo economico (giovedì 12 la prima convocazione, il 13 la seconda) che presenterebbe un “buco” di quasi 2 milioni. Ha pesato soprattutto il contenzioso con la Toto costruzioni: la Sangritana ha dovuto pagare 9 milioni per i lavori sulla nuova ferrovia Lanciano-San Vito. Da inaugurare.
«In aula presenteremo una relazione», afferma Mario Amicone (Udc), attuale presidente della Commissione di vigilanza ed ex assessore regionale ai Trasporti, «i conti sono peggiorati, come dimostrano i bilanci in rosso. E le spese per i tre consulenti, il direttore generale e il vice sono a dir poco elevate. Stipendi di 5mila euro e rimborsi spese fino a 2.500 euro mensili per i consulenti, assunti per dieci mesi e con possibilità di rinnovo alla scadenza del mandato. Solo la busta paga del direttore generale è di 120mila euro. Il vice ne guadagna 90mila». La presidente Sangritana, Loredana Di Lorenzo (Margherita), è stata chiamata in audizione dalla stessa Commissione. «Il lavoro svolto da consulenti e manager», sostiene Amicone, «poteva essere fatto dai dirigenti già presenti in organico. Ma la Di Lorenzo ci ha detto che non sarebbero stati all’altezza. Vedremo che cosa ne pensa il consiglio regionale».
Gli incarichi nel mirino sono quelli assegnati a Luigi Nuzzo, in quota ai Socialisti democratici, e ad Alfonso D’Alfonso dell’Udeur, nominati rispettivamente direttore generale e vicedirettore. Contratti fatti dalla stessa Regione il primo e il 15 novembre dello scorso anno e successivamente ratificati dal consiglio d’amministrazione della Sangritana. Le consulenze esterne sono invece andate ai docenti universitari Massimo Basilavecchia e Luciano D’Amico e all’economista Piero Carducci. Quest’ultimo, sotto la giunta regionale di Giovanni Pace (An), era il direttore di Abruzzo Lavoro.
«Finalmente sono arrivate queste nomine perché da sola non ce la facevo più», commentò la presidente Di Lorenzo. Che adesso, a distanza di mesi, torna a respingere le critiche. «Davanti alla commissione», esordisce, «ho semplicemente ricordato di avere trovato, al momento del mio insediamento, un verbale della Finanza. Un documento che mi preoccupò molto perché evidenziava gravi operazioni economiche a danno dell’azienda. Quali? Non posso rivelarlo perché è in corso l’inchiesta. Ritenni opportuna un’indagine economico-finanziaria. Da qui la decisione di affidarmi a esperti. Non credo che un Cda possa avere determinato tanti danni in appena quatto mesi. Sono attacchi politici da parte di chi deve pur sopravvivere». Ma c’è da fare i conti anche con i bilanci, anche questi nel mirino della Regione. Il Cda è chiamato ad approvare il consuntivo economico (giovedì 12 la prima convocazione, il 13 la seconda) che presenterebbe un “buco” di quasi 2 milioni. Ha pesato soprattutto il contenzioso con la Toto costruzioni: la Sangritana ha dovuto pagare 9 milioni per i lavori sulla nuova ferrovia Lanciano-San Vito. Da inaugurare.