Cooperativa si camuffa per vincere l’appalto Asl da 7 milioni: nove indagati
Nei guai i vertici de “La Rondine” di Lanciano, interdetta dal bando pubblico L’accusa: «Hanno schermato la loro partecipazione attraverso altre coop»
CHIETI. Si sono aggiudicati due lotti di un appalto pubblico da oltre 7 milioni di euro schermando la loro partecipazione con altre cooperative sociali. Sono nove gli indagati nell’inchiesta della procura di Chieti che coinvolge i vertici de “La Rondine”, coop con sede a Lanciano che – sostiene l’accusa – era sottoposta a «un provvedimento impeditivo» e non avrebbe potuto prendere parte alla gara indetta il 21 febbraio 2022 dalla Asl teatina per l’affidamento dei servizi di riabilitazione psichiatrica. Il meccanismo fraudolento è stato scoperto dalla guardia di finanza della compagnia di Lanciano.
I NOMI
Il pubblico ministero Giancarlo Ciani ha firmato l’avviso di conclusione delle indagini preliminari, atto che prelude alla richiesta di rinvio a giudizio. Alberto Giuliani (53 anni, di Campobasso), Guido Di Carlo (48 anni, originario della Svizzera), Ivan Alessandro Orsatti (46 anni, di Lanciano) e Matteo Giancristofaro (43 anni, anche lui lancianese), tutti «soggetti di riferimento de “La Rondine”», sono accusati del reato di «turbata libertà degli incanti» insieme a Luca Tempia Valenta (64 anni, di Bellia), legale rappresentante della Anteo impresa cooperativa sociale con sede in Piemonte, Camillo Giuseppe Aceto (59 anni, di Guglionesi) e Luigi Grimaldi (62 anni, di Roma), rispettivamente legale rappresentante e componente del consiglio di amministrazione della cooperativa sociale Medihospes di Bologna.
IL MECCANISMO FRAUDOLENTO
Secondo le accuse, dunque, “La Rondine” avrebbe camuffato la sua partecipazione al bando milionario pur essendoci stato una sorta di stop preventivo della Asl Lanciano Vasto Chieti, in virtù dell’articolo 80 del codice degli appalti, che contempla una serie di «motivi di esclusione». La coop frentana – durante la precedente gestione, alla quale sono totalmente estranei gli attuali indagati – era stata infatti al centro di un’inchiesta dei pm di Pescara per corruzione sull’appalto da 11 milioni di euro per la gestione delle residenze psichiatriche extraospedaliere. Tornando alle contestazioni mosse dalla procura di Chieti sulla base degli accertamenti delle fiamme gialle, gli indagati sono accusati di aver «posto in essere mezzi fraudolenti consistiti nello schermare l’effettiva partecipazione alla gara mediante l’utilizzo di altre entità giuridiche, nello specifico Anteo e Medihospes, non gravate da provvedimenti ostativi». La contropartita? «Il subappalto», sostiene la procura, «di parte dei servizi (richiesti dalla Asl) in favore della Odv Croce Frentana, comunque riconducibile ai medesimi soggetti di riferimento de “La Rondine”».
LA FATTURA FALSA
Nell’ambito della stessa inchiesta è indagato anche Fabio Catenaro, 49 anni, di Pescara, legale rappresentante della società “Abruzzo Logistica” di San Giovanni Teatino, per aver emesso una fattura – nei confronti de “La Rondine” – per un imponibile pari a 36.500 euro, più 8.030 euro di Iva, risultata relativa a operazioni inesistenti. All’azienda è contestato l’illecito amministrativo.
LA DIFESA
Gli indagati hanno venti giorni di tempo per presentare memorie, produrre documenti o chiedere di essere interrogati. Poi la procura deciderà se sollecitare l’archiviazione o il rinvio a giudizio. Il collegio difensivo è composto dagli avvocati Augusto La Morgia, Sergio Della Rocca, Mariagrazia Sciubba, Giovanna Scotti, Vincenzo Di Noi, Massimo Galasso, Pietro Di Ienno, Tommaso Levi e Francesco Rotunno.
I NOMI
Il pubblico ministero Giancarlo Ciani ha firmato l’avviso di conclusione delle indagini preliminari, atto che prelude alla richiesta di rinvio a giudizio. Alberto Giuliani (53 anni, di Campobasso), Guido Di Carlo (48 anni, originario della Svizzera), Ivan Alessandro Orsatti (46 anni, di Lanciano) e Matteo Giancristofaro (43 anni, anche lui lancianese), tutti «soggetti di riferimento de “La Rondine”», sono accusati del reato di «turbata libertà degli incanti» insieme a Luca Tempia Valenta (64 anni, di Bellia), legale rappresentante della Anteo impresa cooperativa sociale con sede in Piemonte, Camillo Giuseppe Aceto (59 anni, di Guglionesi) e Luigi Grimaldi (62 anni, di Roma), rispettivamente legale rappresentante e componente del consiglio di amministrazione della cooperativa sociale Medihospes di Bologna.
IL MECCANISMO FRAUDOLENTO
Secondo le accuse, dunque, “La Rondine” avrebbe camuffato la sua partecipazione al bando milionario pur essendoci stato una sorta di stop preventivo della Asl Lanciano Vasto Chieti, in virtù dell’articolo 80 del codice degli appalti, che contempla una serie di «motivi di esclusione». La coop frentana – durante la precedente gestione, alla quale sono totalmente estranei gli attuali indagati – era stata infatti al centro di un’inchiesta dei pm di Pescara per corruzione sull’appalto da 11 milioni di euro per la gestione delle residenze psichiatriche extraospedaliere. Tornando alle contestazioni mosse dalla procura di Chieti sulla base degli accertamenti delle fiamme gialle, gli indagati sono accusati di aver «posto in essere mezzi fraudolenti consistiti nello schermare l’effettiva partecipazione alla gara mediante l’utilizzo di altre entità giuridiche, nello specifico Anteo e Medihospes, non gravate da provvedimenti ostativi». La contropartita? «Il subappalto», sostiene la procura, «di parte dei servizi (richiesti dalla Asl) in favore della Odv Croce Frentana, comunque riconducibile ai medesimi soggetti di riferimento de “La Rondine”».
LA FATTURA FALSA
Nell’ambito della stessa inchiesta è indagato anche Fabio Catenaro, 49 anni, di Pescara, legale rappresentante della società “Abruzzo Logistica” di San Giovanni Teatino, per aver emesso una fattura – nei confronti de “La Rondine” – per un imponibile pari a 36.500 euro, più 8.030 euro di Iva, risultata relativa a operazioni inesistenti. All’azienda è contestato l’illecito amministrativo.
LA DIFESA
Gli indagati hanno venti giorni di tempo per presentare memorie, produrre documenti o chiedere di essere interrogati. Poi la procura deciderà se sollecitare l’archiviazione o il rinvio a giudizio. Il collegio difensivo è composto dagli avvocati Augusto La Morgia, Sergio Della Rocca, Mariagrazia Sciubba, Giovanna Scotti, Vincenzo Di Noi, Massimo Galasso, Pietro Di Ienno, Tommaso Levi e Francesco Rotunno.