Cozzolino, 4 ore di rivelazioni

Il collaboratore di giustizia, scortato da quattro guardie del corpo, ascoltato insieme alla moglie

VASTO. Alle 8, ieri mattina un cordone di uomini delle forze dell’ordine vigilava sul palazzo di giustizia di via Bachelet. È stato così fino alle 12,30 quando Lorenzo Cozzolino e la moglie Italia Belsole hanno lasciato il tribunale e la città. I due collaboratori di giustizia condannati lo scorso 8 maggio a dieci anni ciascuno di reclusione nell’ambito dell’operazione antidroga “Tramonto”, ieri hanno avuto il ruolo di testimoni-chiave nel processo agli ultimi 8 indagati della maxi inchiesta. Arrivati separatamente in via Bachelet, sono stati scortati fin dentro l’aula da 4 guardie del corpo ciascuno. Carabinieri e polizia hanno tenuto a debita distanza curiosi, fotografi e giornalisti. L’udienza si è tenuta a porte chiuse.

Sia Cozzolino e sia la moglie hanno risposto alle domande poste dal pm, Giancarlo Ciani, a quelle del presidente del collegio, Lucio Luciotti e dei magistrati a latere, Massimo De Cesare e Michelina Iannetta. I due collaboratori sono stati ascoltati a lungo. Impossibile riuscire a sapere cosa hanno raccontato esattamente.

Dopo di loro i giudici hanno ascoltato le dichiarazioni di un carabiniere che ha partecipato attivamente alle indagini. Il gruppo di indagati, presente in aula, era assistito dagli avvocati Angela Pennetta, Agostino Chieffo, Raffaele Giacomucci e Nicola Chieffo. Mancavano pochi minuti alle 13 quando le porte dell’aula di giustizia si sono riaperte. I due collaboratori sono risaliti sui blindati ed hanno lasciato il tribunale. Nessuno degli avvocati ha voluto rilasciare dichiarazioni. L’udienza è stata aggiornata al 30 aprile per la discussione finale e la sentenza.

Gli otto imputati continuano a dichiararsi innocenti. Sono gli unici ad avere rifiutato sia il rito abbreviato che il patteggiamento. L’operazione Tramonto scattò all’alba dell’11 gennaio 2012. L’operazione partì dagli attentati incendiari che a gennaio 2011 presero di mira esponenti politici e forze dell'ordine. L’indagine portò al sequestro di 15 chili di sostanze stupefacenti, una pistola calibro 38 e 45 mila euro in contanti. Le operazioni si concentrarono in particolare sull’asse Pescara-Vasto-Napoli e sulla direttrice Caserta-Campobasso-San Salvo.Ognuno aveva un ruolo preciso.

Ieri Cozzolino e la moglie hanno raccontato ai giudici cosa avvenne in quel periodo a Vasto. Le porte chiuse hanno impedito di ascoltare cosa esattamente hanno detto i due collaboratori sulle 63 persone indagate, 43 delle quali abruzzesi. Fino ad oggi sono state distribuiti più di ottanta anni di carcere. I primi venti indagati hanno patteggiato a luglio 2012. A novembre 2012 sono comparse davanti ai giudici le cosiddette figure di primo piano dell'organizzazione di spacciatori.

Paola Calvano

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