Cozzolino smentito da un rom
Bevilacqua nega che ci fosse un patto con la camorra per il traffico della droga
VASTO. Le rivelazioni ripetute il 15 giugno scorso da un maxi schermo dell'aula di giustizia di Pescara dal collaboratore di giustizia Lorenzo Cozzolino vengono smentite dai rom. Cozzolino ha raccontato di un patto con i rom per la gestione del traffico della droga dalla Campania all'Abruzzo. Carmine Bevilacqua uno rom scampato ad un attentato, interrogato mercoledì nell'aula di giustizia del tribunale di Vasto, ha smentito il collaboratore di giustizia. «Bevilacqua ha dichiarato ai giudici che i rom non hanno mai fatto patti con altri, men che meno con il clan Cozzolino», ha spiegato l'avvocato Antonello Cerella. Nel corso della stessa udienza è stata ascoltata anche la testimonianza di una persona ferita da un colpo d'arma da fuoco mentre era all'intero del negozio di acquari Reef in corso Mazzini. Questa non ha potuto essere utile ai giudici. Il suo ferimento fu casuale. Eppure Cozzolino continua a ripetere con lucida precisione le inquietanti rivelazioni fatte nel 2013 e ritenute attendibili dagli investigatori. Luoghi, date e dettagli. Lui stesso è arrivato ad accusarsi dell’omicidio del suocero, l'episodio che lo portò a Gissi. Il collaboratore di giustizia non ha esitato a parlare del ruolo avuto dalla moglie e da altri familiari. Ha rivelato la presenza di un clan che dal 2011 fu impegnato a finanziare le proprie casse e i collegamenti con l’Olanda e l’Albania. Accuse che un esercito di avvocati stanno contestando e anche le vittime rigettano. Oggi dovrebbe essere ascoltata a Pescara la moglie, Italia Belsole attraverso un maxi schermo e il 22 ancora il collaboratore di giustizia su altri passaggi importanti. L' operazione è coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia.(p.c.)
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