Crescono i poveri in città e le bollette non pagate
Il 30% dei teatini nel 2012 non ha corrisposto il dovuto per il servizio idrico Di Paolo (Giustizia sociale): il Comune rateizzi le somme ai morosi incolpevoli
CHIETI. Il 30% dei teatini, nel 2012, non ha pagato la bolletta dell’acqua mentre il 28% degli abitanti della città non ha saldato le fatture della Tarsu.
Tanto che Bruno Di Paolo, leader di Giustizia sociale, lancia l’allarme rosso e auspica che il Comune possa adottare subito delle misure per arginare un disagio sociale in costante aumento. Un’esigenza, secondo Di Paolo, non più procrastinabile in virtù dei numeri impietosi in possesso della Teate servizi, la società che cura la riscossione dei tributi per conto del Comune. Questo perché, nel 2012, sono stati migliaia i morosi in città. Il 30% dei teatini, infatti, non ha pagato la bolletta dell’acqua con un 28% di evasori registrati per l’imposta sulla nettezza urbana, ovvero la Tarsu che quest’anno sarà sostituita dalla Tares.
A detta del leader di Giustizia sociale, dietro questi dati, si nasconde un grave problema sociale. Acuito da una crisi del lavoro che nel capoluogo teatino ha raggiunto i livelli di guardia considerando la chiusura o il ridimensionamento di numerose aziende storiche operanti nella zona industriale dello Scalo. «Siamo di fronte a numeri che fotografano un impoverimento generale della città che genera sempre più una morosità incolpevole in quanto- afferma Di Paolo- chi ha potuto, seppur con grandi difficoltà, ha pagato le tasse». Per avvalorare la sua tesi il fondatore di Giustizia sociale cita le percentuali di morosità, minime, riscontrate per l’Imu. «Parliamo di appena un 5% di morosità ad ulteriore di riprova di come» aggiunge Di Paolo «i teatini abbiano comunque cercato di saldare tutte le spettanze di legge». Ma il cospicuo numero di evasori di acqua e di Tarsu deve far riflettere. Specie il Comune su cui Di Paolo punta il dito. «Le famiglie che non hanno pagato le bollette dell’acqua e della Tarsu sono state nell’effettiva impossibilità di farlo e di ciò l’amministrazione comunale dovrà necessariamente tenerne conto evitando di dire che va tutto bene. Anche perché, chi non ha pagato l’anno scorso, difficilmente» sostiene Di Paolo «potrà farlo quest’anno se si tiene conto del diffuso peggioramento della situazione economica generale». Dopo aver bocciato la politica fiscale dell’ente, definita piena di sterili proclami soprattutto in riferimento alle esenzioni introdotte per Imu e Tares nello schema del bilancio di previsione 2013, Di Paolo suggerisce alcuni interventi tampone. «Il Comune sospenda per un anno le tasse comunali per i meno abbienti, i disoccupati e i cassaintegrati dando loro la possibilità di saldare il debito contratto» suggerisce Di Paolo «in piccole rate annuali».
Jari Orsini
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