Crisi idrica, l’ira dei commercianti «Non pagheremo più le bollette» 

Il titolare di un locale: la gente è disperata, il calendario delle chiusure non viene rispettato dall’Aca Segnalati problemi in zone come Colle Marcone e in via Per Popoli: «Rubinetti a secco da 24 ore»

CHIETI. «Molta gente è disperata. In tanti minacciano di non pagare le bollette. Si paga un servizio, ma noi in questo momento abbiamo un grave disservizio». Le parole sono di Niki Sprecacenere, titolare di un locale teatino e presidente della categoria commercio di Confartigianato Chieti-L’Aquila. Nel momento in cui le ha pronunciate, però, erano le parole dell’intera categoria dei piccoli imprenditori teatini del commercio, in ginocchio a causa della carenza idrica, unica voce teatina che si è alzata nell’incontro voluto dal sindaco di Pescara Carlo Masci tra Aca e i rappresentanti di categoria pescaresi.
L'INCONTROMasci ha avuto la cortesia istituzionale di invitare all'incontro anche il sindaco di Chieti, Diego Ferrara, visto che lo stesso Ferrara ha deciso di coinvolgere i sindaci di Pescara, Spoltore, San Giovanni Teatino e Francavilla in un’azione sinergica per affrontare l’emergenza idrica. Ferrara ha poi invitato Sprecacenere ad andare con lui all’incontro pescarese e Sprecacenere non se lo è fatto ripetere due volte. Solo che ieri mattina, al momento della partenza alla volta di Pescara, l’Aca ha contattato il sindaco Ferrara per una decisione urgente sulle sedi dove far stazionare le cisterne da riempire con le autobotti: se per Chieti alta non c'erano problemi, essendo stato individuato il parcheggio coperto del terminal bus, per lo Scalo c’era qualche dubbio in più. Ferrara ha deciso dunque di raggiungere l’assessore ai lavori pubblici Stefano Rispoli e i tecnici Aca e ha chiesto a Sprecacenere di andare da solo a Pescara, facendosi portavoce della città.
L'IRA DEI COMMERCIANTIIl titolare del locale di vico Mercatello è andato e non ha usato mezzi termini: «Siamo molto arrabbiati a Chieti», ha detto, «il calendario delle chiusure di Aca non viene rispettato: perché se c’è scritto che si chiude alle 23, capita che l’acqua vada via alle 22. Oppure nelle giornate in cui non è prevista chiusura, improvvisamente manca l’acqua. C’è gente che in questo momento, mentre noi parliamo, che non ha acqua a casa da 24 ore a Colle Marcone e via Per Popoli. Tra l’altro un calendario che non viene rispettato come questo, sta creando paradossalmente maggiore consumo d’acqua, perché la gente, non fidandosi del calendario, appena può corre a farsi scorte d’acqua, anche quando non serve. C’è gente disperata e ci potrebbe essere anche un problema di ordine pubblico. Oltre al fatto che molti hanno iniziato a minacciare di non pagare le bollette».
RETI COLABRODONel frattempo nella mattinata di ieri sono state sciolte le riserve in merito allo stazionamento dell’autobotte allo Scalo: Ferrara e Rispoli, insieme ad alcuni residenti tra cui Luigi Silveri, hanno alla fine scelto il mercato coperto di via Ortona. Sempre ieri il Centro studi di Confartigianato Imprese Chieti L’Aquila, ha reso noto i risultati dello studio sulle condizioni idriche abruzzesi. Ne risulta che Chieti è la seconda città in Italia per spreco di acqua a causa di reti colabrodo: il 70,4% si perde per strada. Fino a qualche anno fa era la città era prima in classifica, adesso secondo lo studio di Confartigianato, peggio di Chieti è riuscita a fare Potenza, che spreca il 71% dell’acqua immessa nel suo acquedotto. «Lo diciamo ormai da tempo, ma nulla cambia», hanno commentato il presidente di Confartigianato Chieti L'Aquila, Camillo Saraullo, e il direttore generale, Daniele Giangiulli, «i numeri parlano chiaro: ci troviamo di fronte a reti colabrodo e ci attendono settimane difficilissime di emergenza idrica, che rischiano di mettere in ginocchio le imprese e di generare gravi disagi per le famiglie».