Crisi Pilkington e Denso si fermano 1.500 operai
San Salvo, sosta di 14 giorni tra contratti di solidarietà e cassa integrazione i sindacati annunciano una giornata di mobilitazione per i lavoratori
SAN SALVO. Esuberi che aumentano di giorno in giorno, uffici che chiudono, ammortizzatori sociali agli sgoccioli, i sacrifici dei lavoratori risultati inutili. La crisi che investe Pilkington e il progressivo sfoltimento del sito produttivo di Piana Sant’Angelo non piace ai sindacati. Alcuni rappresentanti della Cgil hanno chiesto ieri alle altre sigle sindacali un incontro urgente. «Qualora non fosse possibile siamo pronti a organizzare una giornata di mobilitazione», avvertono. E con loro sono pronti a scendere in piazza centinaia di famiglie del Vastese. La protesta vuole essere una sorta di promemoria per l’azienda, ma anche per gli amministratori abruzzesi. La Cgil chiede concretezza e il rispetto dei patti. Da domani e per due settimane si fermeranno più di 1.500 lavoratori fra Pilkington e Denso. La sosta forzata (contratti di solidarietà alla Pilkington, cassa integrazione alla Denso) provocherà altra cassa integrazione a catena in tutte le aziende del comprensorio. «Pilkington non può più accampare scuse. Deve dire chiaramente quali sono le sue intenzioni», insistono i sindacati.
La rabbia dei lavoratori. A far infuriare ancora di più i lavoratori dell’industria vetraria sono state le dichiarazioni fatte dal governatore della Regione, Gianni Chiodi, venerdì sera a Lentella. «Il Vastese non è più competitivo: l’energia costa alle aziende il 35% in più della Francia e della Germania», ha detto Chiodi. Immediata la replica dei lavoratori dell’industria vetraria. «Il discorso può essere valido per altre realtà produttive ma non per Pilkington dal momento che produce da sola grazie ad una turbogas da 40 megawatt il 70% dell’energia consumata», fanno notare le maestranze. «Questa è solo una delle tante scuse accampate dalla politica per giustificare la fuga delle industrie», sostengono le famiglie esasperate. Il clima è sempre più teso. «Sono due anni che i sindacati ci chiedono sacrifici. Abbiamo accettato tutto quello che Cgil, Cisl e Uil ci hanno consigliato di fare. Questi sono i risultati», è il rammarico delle tute blu.
Cronistoria della crisi. L’odissea dei dipendenti Pilkington è iniziata lo scorso mese di luglio. Il colosso vetrario non ha rinnovato il contratto a 300 interinali e ha annunciato 625 esuberi. L’azienda ha palesato la riduzione di un terzo dell’organico. La capogroppo Nippon Sheet Glass ha annunciato tagli per 196 milioni di euro e 3.500 esuberi. L’azienda ha spiegato di dover ridurre i costi. Ha annunciato 240 contratti di solidarietà e ipotizzato il trasferimento della logistica e di alcuni uffici amministrativi. Per evitare licenziamenti i sindacati hanno chiesto e ottenuto 1.650 contratti di solidarietà a rotazione. I lavoratori, nel frattempo, hanno rinunciato al premio di partecipazione. Il sindaco ha ridotto l’Imu per le attività produttive. La Regione ha promesso finaziamenti in cambio di investimenti.
La situazione attuale. I dipendenti degli uffici amministrativi sono andati via lo stesso: da 36 sono diventati 2. Tutti gli altri sono stati trasferiti in altri siti produttivi europei. Pilkington due giorni fa ha annunciato un migliaio di contratti di solidarietà a rotazione per due settimane per colpa del calo di vendite auto. «Evidentemente le auto non si vendono più solo in Italia», affermano ironicamente i sindacati. «Come mai in Spagna, Polonia e Turchia si lavora ?», chiedono le Rsu. Sindacati e lavoratori chiedono alla politica di intervenire e invocano un incontro pubblico nel corso del quale l’azienda racconti finalmente le proprie intenzioni.
L’appello di Sel. «La situazione diventa ogni giorno più drammatica», dice Gianni Mariotti, consigliere provinciale di Sel. «In Turchia Pilkington lavora con un forno che per Piana Sant’Angelo era obsoleto. Il motivo è uno: la Turchia costa un terzo dell’Italia. La Regione dice di avere risanato i bilanci della Sanità. Bene è arrivato il momento di ritoccare Irap e addizionale Irpef. Vanno prorogati gli ammortizzatori sociali per evitare centinaia di licenziamenti e occorre fare salti mortali per realizzare i 200 metri di binari che consentirebbero all’industria vetraria di dimezzare i costi di trasporto. Non sono suggerimenti, ma passaggi fondamentali e necessari per evitare che Pilkington lasci a San Salvo solo un deposito», conclude Mariotti.
Paola Calvano
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