Cure con la stamina Vannoni al Mattioli invitato dagli studenti

Convegno allo Scientifico con l’inventore del trattamento Ma gli ex alunni protestano: terapia infondata e dannosa

VASTO. Dagli scranni di Montecitorio a Vasto. Il dibattito sul metodo Stamina tiene banco oggi in città. L’occasione è l’arrivo a Vasto del professore Davide Vannoni, presidente della Stamina Foundation.

Il ricercatore, insieme al collega Marino Andolina, vicepresidente dell’associazione, e a una biologa, prenderanno parte ad un convegno dibattito nell’aula magna del liceo scientifico Mattioli al quale sarà presente Andrea Sciarretta il papà della piccola Noemi, la piccina di Guardiagrele ricevuta la scorsa settimana anche da papa Francesco e affetta da Sma. Sciarretta attende a giorni una sentenza del tribunale dell’Aquila per far sottoporre la bambina le cure col metodo Stamina di Vannoni.

La bambina è divenuta il simbolo del braccio di ferro fra promotori della libertà di cura con il metodo Stamina e oppositori.

Il convegno comincerà alle 9. Saranno presenti gli alunni delle quarte e quinte del liceo Mattioli ma anche docenti e studenti di altri istituti cittadini. Gli organizzatori annunciano che lavori saranno ripresi da una troupe della trasmissione di Italia 1 “Le Iene” paladina del metodo Stamina.

L’interesse dei giovani e di molti docenti è grande. Non tutti però approvano. Un gruppo di ex studenti del Mattioli ha scritto ieri una lunga lettera al preside del liceo scientifico, la professoressa Silvana Marcucci dichiarandosi contro il metodo Stamina e allegando una serie di documenti che dimostrerebbero che la terapia è infondata.

Dopo aver ricordato che la vicenda è oggetto di indagini giudiziarie, gli oppositori del metodo Stamina non risparmiano accuse a Vannoni.

«Non sono mai emerse le testimonianze di persone che hanno avuto effetti collaterali gravissimi», affermano gli ex studenti. «La televisione non ha intervistato chi ha denunciato Vannoni. Vannoni non ha promesso risultati miracolosi solo a bambini gravemente e irreversibilmente malati, ma anche a chi ha una aspettativa di vita ben più lunga», proseguono gli scriventi. «Per questo non possiamo accettare l’idea che trattamenti la cui efficacia è inesistente possano essere destinati ai pazienti destinati alla morte. Lo Stato non può autorizzare terapie dannose».

Gli ex studenti dichiarano quindi il loro appoggio e la loro solidarietà alle famiglie dei malati. «Nessuno può puntare il dito contro un genitore che vuole salvare il figlio percorrendo ogni strada possibile. L’errore di questa vicenda è il coinvolgimento emotivo», affermano gli oppositori del metodo Stamina stigmatizzando l’assenza al dibattito che seguirà al convegno di ricercatori e docenti universitari competenti e la mancanza di un contraddittorio.

La lettera termina con un invito a docenti e studenti ad approfondire seriamente e con spirito critico l'argomento e a tale scopo allegano una serie di documenti che dimostrerebbero le criticità del metodo Stamina.

Uno spunto ed un motivo in più per rendere più acceso il dibattito odierno. (p.c.)

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