D'Annunzio, la Minerva 2015 a Paglione e Vaccaro
Il grande fotografo di Kennedy e della Loren scambia Chieti per L’Aquila e la platea lo corregge
CHIETI. «Sono molto lieto di essere qui ad Aquila…». «A Chieti», lo correggono dal pubblico, ed è subito feeling tra il novantaduenne Tony Vaccaro, all’anagrafe Michelantonio Celestino Onofrio Vaccaro, e la platea della quarantanovesima cerimonia di apertura dell’anno accademico dell’università “d’Annunzio”. Vaccaro, superpremiato fotografo di fama mondiale, in elegante vestito scuro e scarpe da tennis, è salito sul palco dell’aula magna per ritirare l’onorificenza della Minerva, consegnatagli dal rettore Carmine Di Ilio «per aver saputo con grande maestria e capacità descrivere, attraverso le sue immagini, gli ultimi settant’anni della storia italiana. Documentando una Italia in cui la povertà lascia man mano spazio alla speranza, mostrando un popolo in cui è vivo il desiderio di ritrovare la serenità perduta e di riemergere dalla sconfitta».
Vaccaro ha lavorato per i più noti magazines americani. E così, ha raccontato, è successo che John Fitzgerald Kennedy gli svelasse le antiche origini italiane della propria famiglia (pare che proprio nel nome Fitzgerald si celi un riferimento al nome italiano Geraldo) o che Sofia Loren gli avesse rifilato un ironico «Tony Vaccaro sempre pronto», un giorno che l’attrice aveva suonato inattesa al campanello del suo appartamento e lui, appena uscito dalla doccia, era andato ad aprire con addosso solo un asciugamano.
L’altra Minerva è andata al mecenate abruzzese, Alfredo Paglione, che però, costretto nella sua casa di Milano da un’influenza, ha mandato a ritirarla il presidente di una delle fondazione da lui costituite, la Crocevia, Giovanni Gazzaneo. Il riconoscimento gli è stato assegnato «per aver intuito e fatto intuire agli altri che la cultura è una condizione dello spirito». Paglione ha voluto inviare una testimonianza-video dal suo studio milanese, in cui ha ringraziato «per la lieta e inaspettata sorpresa», un riconoscimento, ha detto, «all’impegno di una vita per promuovere cultura e bellezza», concetti che per lui si risolvono in quello più alto dell’amore che ha animato tutta la sua vita. Ed è significativo che, mentre esprimeva a parole questo pensiero, il video abbia staccato con le immagini su un suggestivo ritratto della violoncellista colombiana Teresita Olivares, conosciuta in Colombia e poi divenuta sua moglie, scomparsa qualche anno fa.
La cerimonia si è arricchita dell’intervento del professor Giampiero Di Plinio e si è chiusa come sempre con il coro universitario diretto dal maestro Giacinto Sergiacomo, che ha eseguito tre brani uno dei quali in albanese,omaggio alla presenza del rettore di Tirana. In platea tanti gli applausi, soprattutto per le due Minerve e per il discorso del rappresentante degli studenti, Donato Marchese. Una voce critica ma costruttiva che, alla fine, ha strappato l’applauso più lunghi di tutti.
Arianna Iannotti