l'abruzzo al festival
Da Francavilla a Sanremo, la parabola dello chef Silvano Pinti
Il giovane cuoco si racconta: dall’alberghiero al suo ristorante passando anche per Francoforte
CHIETI. «Ai giovani dico che il lavoro c’è, specie nel campo della ristorazione. Basta il cuore e tanto impegno». Silvano Pinti, trentanovenne chef teatino titolare del ristorante “Da Silvano” a Francavilla al Mare, prepara la sua partecipazione agli eventi collaterali organizzati in occasione del 65° Festival di Sanremo. Dove il vulcanico Silvano porterà all’attenzione del grande pubblico le prelibatezze abruzzesi. Cucinate con semplicità e con una proverbiale inventiva. Prerogative che hanno regalato allo chef Silvano, originario del quartiere dei “Tre Pini”, una vetrina di primo piano in Italia e all’estero con piatti a metà tra la tradizione e l’innovazione come nel caso degli arrosticini impanati e fritti.
Ma la ribalta non è stata casuale come tiene a sottolineare al Centro Silvano, esempio per le nuove generazioni che fanno fatica a trovare un lavoro.
«Nella ristorazione ci sono molte opportunità lavorative. L’importante è mettere il cuore», dice Silvano, «in ciò che si fa. Solo chi semina raccoglie, un motto che accompagna tutte le mie giornate». Che iniziano puntualmente alle 6 del mattino per preparare le classiche pagnotte di pane casereccio, una delle chicche della cucina di Silvano. «Il pane è una metafora della vita e del mio lavoro in quanto da un po’ di acqua e farina», spiega lo chef, «nasce un qualcosa di grande e prezioso». Poi Silvano viaggia a ritroso nel tempo per ripercorrere i passaggi che lo hanno portato ad essere un cuoco a cinque stelle. «Provengo da una generazione di cuochi. Le mie origini», ricorda con orgoglio Silvano, «sono di Pizzoferrato e le dinamiche del paese sono alla base del mio lavoro. Per fare ristorazione sono sufficienti un camino acceso, un tegamino di coccio e una sedia». Non a caso la cucina dello chef Silvano fa leva sulle tradizioni esportate fin in Germania. «Ho lavorato per cinque anni a Francoforte e ricordo sempre con affetto», sottolinea Silvano, «quel periodo della mia professione».
Forgiata dagli insegnamenti dell’istituto De Cecco di Pescara e della scuola di Villa Santa Maria. Poi sono arrivati i primi contratti nei ristoranti teatini “Bellavista”, “La villetta” e “Parco Gulliver” prima del trasferimento a Francavilla. Un percorso caratterizzato da pietanze nostrane come i succulenti “cacigni e fagioli. «Adesso la ribalta di Sanremo anticipata ieri mattina nel corso di una conferenza stampa che ha visto la partecipazione del sindaco Di Primio e del collega di Ripa Teatina Ignazio Rucci. «Porterò le eccellenze culinarie abruzzesi», annuncia Silvano, «a Sanremo».
Jari Orsini
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