Dalla Silda niente stipendi Delusione tra i lavoratori

Gissi, i compensi arretrati promessi per ieri dall’azienda non sono arrivati Oggi il giudice del lavoro decide sul sequestro dei beni. Operai in assemblea

GISSI. Alle 18 di ieri il bonifico della Silda Invest atteso per le prime ore del mattino dagli ex operai non era ancora arrivato in banca. La speranza, poco per volta, ha lasciato il posto alla delusione e alla rabbia.

Ancora una volta i lavoratori si sono sentiti presi in giro. «C’è tempo fino alle 24», ha dichiarato fiducioso l’avvocato della Cisl, Agostino Chieffo. Una dichiarazione che tuttavia non è bastata a spazzare via il malumore dal piazzale di contrada Terzi.

Oggi per i lavoratori sarà un’altra giornata importante: in tribunale si tiene l’udienza fissata dal giudice del lavoro,Caterina Salusti, dopo l’incidente di esecuzione del sequestro nel capannone della Val Sinello.

In aula saranno presenti gli avvocati dei sidacati, Carmine Di Risio, Agostino Chieffo e Michele Sonnini.

Contestualmente all’udienza sul piazzale di contrada Terzi, a partire dalle 9,30, è in programma una nuova assemblea dei lavoratori.

«È evidente che ogni decisione sarà presa in base al comportamento della Silda», dice Arnaldo Schioppa, segretario provinciale della Uil.

«È vero che un accredito può arrivare da un momento all’altro ma sta di fatto che fino a ieri sera in banca non era arrivato nessun bonifico. Io credo che a questo punto si debba chiedere il fallimento. Fortunatamente la fidejussione è stata firmata da Del Gatto, resta l’amarezza per un nuovo ritardo», afferma Schioppa.

«La vicenda, comunque, offre anche lo spunto per tornare a chiedere al ministero l’annullamento della riconversione e l’affidamento di questo sito produttivo a nuovi industriali che possano rioccupare tutti i lavoratori ex Golden Lady, passati alla Silda Invest e alla New Trade», commenta Schioppa.

I lavoratori non hanno neppure più voglia di parlare. Sono stanchi sia fisicamente - da giorni sostano a turno davanti alla fabbrica - che psicologicamente.

Qualcuno non riesce a nascondere le lacrime.

«Abbiamo dato l’anima per dimostrare che le lavoratrici del Vastese sono serie e volenterose. In tre mesi siamo state in grado di produrre scarpe di qualità. Questo è il risultato», commentano.

Le maestranze aspettano con fiducia le decisioni che adotterà oggi il giudice del lavoro e si preparano a portare avanti anche la battaglia al ministero.

Molti operai sono convinti che sia necessario andare personalmente a Roma per raccontare l'odissea vissuta.

È dello stesso avviso il presidente del consiglio comunale di Vasto, Giuseppe Forte. «Torno a chiedere alla Provincia di organizzare un pullman. È necessario andare al ministero», insiste Forte.

Anche il sindaco di Gissi, Nicola Marisi, invoca l’annullamento della riconversione. «Questa terra e le sue strutture vanno messe a disposizioni di chi offre lavoro e porta nuova linfa all’economia. Basta prendere e poi scappare», dice Marisi. «E comunque occorre anche insistere con la Golden Lady. Questa azienda non può più continuare a tacere. Deve uscire allo scoperto. Deve spiegare come sono andate le cose», insistono Marisi e il presidente della Provincia, Enrico Di Giuseppantonio. (p.c.)

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