«Dateci posti letto e prestazioni in pochi giorni»
Fondata l’Ared per dialogare con le istituzioni e i politici «La nostra sofferenza va alleviata con servizi migliori»
LANCIANO. Ottenere almeno 8 posti letto nella nefrologia per evitare il pellegrinaggio tra reparti alla ricerca di un letto libero; aumentare il numero di posti-rene per i dializzati; far sì che le prestazioni specialistiche si facciano entro tre giorni dalla richiesta del medico; ottenere piccoli rimborsi perché chi vive in dialisi è inabile al lavoro. In una parola: lottare per il diritto alla salute.
Sono le battaglie che porterà avanti la neonata Associazione regionale emodializzati e trapiantati (Ared). «Abbiamo deciso di dare vita un’associazione regionale perché così riusciremo a dialogare con la Regione che decide in ambito sanitario», spiega il presidente, Giulio Bomba, «avere contatti con le quattro Asl, con i politici perché siamo stanchi di dover subire in silenzio tagli e prestazioni date con il contagocce, siamo stanchi di avere dirigenti sanitari che si comportano da ragionieri, che non pensano alla sofferenza».
E contro la sofferenza i nefropatici che costituiscono l’associazione combattono ogni giorno. Vorrebbero, però, che la loro sofferenza fosse almeno alleviata, ottenendo cure e servizi migliori e che spesso sono invece negati. Ad iniziare dai posti letto nel reparto di nefrologia e dialisi. «Dal 2005 chiediamo almeno 8 posti», dice Bomba, «invece i nostri pazienti continuano a essere sballottati da un reparto all’altro; in geriatria, in medicina, in cardiologia. E i disagi sono notevoli anche per i medici che devono seguirli. Non solo: non bastano i posti rene. Solo a Lanciano ci sono 35 dializzati, 20 in dialisi a domicilio, 50 pre-dializzati, 750 usufruiscono di prestazioni ambulatoriali e 23 trapiantati. Abbiamo 8 posti-rene. Sono tutti nella stessa stanza, quando dovrebbero essere massimo tre in ogni stanza, e non bastano a soddisfare le richieste».
Ad Atessa e Casoli stanno anche peggio, con stanze ricavate alla buona e macchinari che funzionano ad Atessa a giorni alterni e a Casoli solo di mattina. Altra battaglia è sulle prestazioni, che devono essere assicurate entro tre giorni. «Ma non è così», fa notare Bomba mostrando una prenotazione, «attendiamo mesi».
Poi c’è la necessità di alzare i livelli di cura, di dare la possibilità, che poi è un diritto, ai malati di dializzare negli ospedali di pertinenza e non di dover viaggiare alla ricerca di un posto-rene, e bisogna che la Regione incentivi le campagne sul trapianto. «Il trapianto è fondamentale», conclude Bomba, «perché offre al malato la possibilità di tornare a vivere e dà benefici anche alle casse regionali perché mentre un dializzato costa in media 50 mila euro l’anno, un trapiantato ne costa 6 mila».
Domenica presentazione dell’associazione alla città alle 9,30 nel Centro aggregazione anziani.
Teresa Di Rocco
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