CHIETI
De Cecco, in quattro a processo. La Procura: frode in commercio
A giudizio il presidente, due dirigenti e la stessa società della pasta. L’azienda si è sempre difesa: «Tutto è stato fatto rispettando la legge e tutelando i consumatori»
CHIETI. Finiscono sotto processo con l’accusa di frode in commercio i vertici della Fratelli De Cecco spa, terzo produttore al mondo di pasta. La prima udienza, davanti al tribunale di Chieti, è in programma il 3 maggio del 2023.
Nell’ambito dell’inchiesta scattata con l’ipotesi che fosse stata classificata come pugliese una partita di grano francese, la Procura aveva sollecitato inizialmente l’archiviazione, ritenendo il reato contestato «del tutto destituito di fondamento».
Ma il giudice per le indagini preliminari Luca De Ninis ha respinto la richiesta, disponendo l’imputazione coatta. E ora il pubblico ministero Giuseppe Falasca ha firmato il decreto di citazione a giudizio nei confronti del presidente del gruppo Filippo Antonio De Cecco, 78 anni, di Mario Aruffo (67) e Vincenzo Villani (59), all’epoca dei fatti rispettivamente direttore degli acquisti e direttore della qualità, e della stessa società (per responsabilità amministrativa).
L’azienda di Fara San Martino ha sempre respinto su tutta la linea le accuse. Il presidente De Cecco, in occasione della decisione del giudice di ordinare l’imputazione, «nel rinnovare il proprio completo affidamento nella magistratura», aveva ribadito «che il suo operato quale amministratore della De Cecco e quello del management della società è stato sempre improntato non soltanto al rispetto della legge ma anche dei più alti principi di tutela del consumatore e di qualità del prodotto e confida, quindi, che l’approfondimento nella sede dibattimentale consentirà di provare le proprie legittime ragioni». (g.let.)
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