Decreti ingiuntivi contro Villa Pini
Lavoratori esasperati, il prefetto cerca una nuova mediazione.
CHIETI. Non c’è pace per il circa 1600 lavoratori del Gruppo Villa Pini della famiglia di Enzo e Chiara Angelini mentre scattano i decreti ingiuntivi contro la casa di cura. Il prefetto Vincenzo Greco prova a mediare, convocando gli amministratori della casa di cura privata per far presente che il compito di pagare gli stipendi tocca alla proprietà e non ad altri e che il contenzioso con la Regione va risolto parallelamente, non subordinando alla lite con l’ente e le Asl il versamento delle spettanze. La vertenza che rischia di diventare un problema di ordine pubblico è approdata di nuovo in prefettura, presente anche il questore Giuseppe Fiore.
Il prefetto ieri mattina ha ricevuto una delegazione di lavoratori, senza stipendio da 6 mesi, accompagnati dal segretario regionale dell’Ugl, Leonardo De Gregorio Porta, che ha chiesto l’incontro nel timore che ci siano manifestazioni clamorose. I lavoratori sono in molti casi alla fame, annunciano proteste clamorose, occupazioni che potrebbero facilmente sconfinare nella violenza e che potrebbero condizionare la campagna elettorale arrivata all’ultima fase dato che si vota sabato e domenica.
«Il prefetto conosce benissimo la situazione», dice De Gregorio, «noi siamo molto preoccupati, come tutti i sindacati, e abbiamo ribadito che c’e anche un problema di ordine pubblico, che i lavoratori sono esasperati. Lo abbiamo sollecitato a scrivere una lettera al ministro della Salute dato che l’assessore regionale Lanfranco Venturoni non ha risposto per ora neanche a lui. Ci ha detto che in settimana convocherà ancora una volta la proprietà». De Gregorio non esita ad attaccare sia la Regione che la proprietà. «Siamo critici sia verso l’assessorato alla Sanità della Regione Abruzzo sia nei confronti delle Asl, che non possono giocare sulla pelle dei lavoratori.
Se ci sono illeciti e conteggi da fare secondo noi vanno fatti dopo, oggi bisogna dare lo stipendio ai lavoratori che garantiscono le prestazioni, pagare almeno una quota. E la proprietà deve fare la sua parte. Invece in clinica scarseggiano anche generi di primario consumo e i lavoratori sono senza soldi da tanto, troppo tempo». Intanto l’ufficio legale Ugl sta depositando in tribunale i decreti ingiuntivi nei confronti della famiglia Angelini chiedendo la procedura d’urgenza che presuppone anche i sequestri degli incassi.
Il prefetto ieri mattina ha ricevuto una delegazione di lavoratori, senza stipendio da 6 mesi, accompagnati dal segretario regionale dell’Ugl, Leonardo De Gregorio Porta, che ha chiesto l’incontro nel timore che ci siano manifestazioni clamorose. I lavoratori sono in molti casi alla fame, annunciano proteste clamorose, occupazioni che potrebbero facilmente sconfinare nella violenza e che potrebbero condizionare la campagna elettorale arrivata all’ultima fase dato che si vota sabato e domenica.
«Il prefetto conosce benissimo la situazione», dice De Gregorio, «noi siamo molto preoccupati, come tutti i sindacati, e abbiamo ribadito che c’e anche un problema di ordine pubblico, che i lavoratori sono esasperati. Lo abbiamo sollecitato a scrivere una lettera al ministro della Salute dato che l’assessore regionale Lanfranco Venturoni non ha risposto per ora neanche a lui. Ci ha detto che in settimana convocherà ancora una volta la proprietà». De Gregorio non esita ad attaccare sia la Regione che la proprietà. «Siamo critici sia verso l’assessorato alla Sanità della Regione Abruzzo sia nei confronti delle Asl, che non possono giocare sulla pelle dei lavoratori.
Se ci sono illeciti e conteggi da fare secondo noi vanno fatti dopo, oggi bisogna dare lo stipendio ai lavoratori che garantiscono le prestazioni, pagare almeno una quota. E la proprietà deve fare la sua parte. Invece in clinica scarseggiano anche generi di primario consumo e i lavoratori sono senza soldi da tanto, troppo tempo». Intanto l’ufficio legale Ugl sta depositando in tribunale i decreti ingiuntivi nei confronti della famiglia Angelini chiedendo la procedura d’urgenza che presuppone anche i sequestri degli incassi.