Di Giuseppantonio: sarò sindaco tra i sindaci
E’ il candidato presidente del centrodestra alla Provincia, ma Lanciano non vuole.
CHIETI. «Non sarò un presidente ma un sindaco tra i sindaci». Piglio deciso e occhi lucidi per Enrico Di Giuseppantonio, Udc, sindaco di Fossacesia ed ex assessore al turismo della Provincia a cavallo degli anni ’90, candidato scelto dal centrodestra in vista delle elezioni provinciali in programma, secondo il calendario in vigore, il 6 e 7 giugno. Una candidatura fortemente avversata a Lanciano.
Il fronte frentano del no a Di Giuseppantonio si allarga sotto la regia del candidato mancato, il sindaco di Lanciano Filippo Paolini, Forza Italia. Ma il Pdl, con Udc e Mpa, ieri mattina ha ribadito la sua unione nella sala del Grande albergo Abruzzo, gremita da simpatizzati della prima e dell’ultima ora, inclusi alcuni personaggi finora simpatizzanti del centrosinistra. A fare gli onori di casa Mauro Febbo, assessore regionale all’agricoltura, il senatore Fabrizio Di Stefano, il deputato Daniele Toto e il coordinatore regionale Udc Antonio Menna.
In platea molti amministratori di centrodestra e l’assessore regionale Federica Carpineta, di Francavilla. La cerimonia si è aperta con un minuto di silenzio in memoria delle vittime del terremoto dell’Aquila. Poi solo sorrisi e applausi scroscianti per l’investitura ufficiale di Di Giuseppantonio, apparso emozionato.
«Ringrazio di cuore tutti coloro che hanno voluto vivere con me questo momento. Ci attende una campagna elettorale difficile», afferma il sindaco del paese costiero, «ma sono convinto che alla fine avremo la maggioranza». Spiegato il sensibile riavvicinamento dell’Udc al Pdl dopo le nette divergenze di appena sei mesi fa quando il partito di Casini ha corso con un proprio candidato presidente alle elezioni regionali. «Purtroppo il ritorno alle urne è stato frettoloso e non c’è stato tempo per confrontarsi. Cosa che invece abbiamo fatto negli ultimi mesi. Dai tavoli politici», dice Di Giuseppantonio, senza soffermarsi sulla lunga trattativa con il centrosinistra, «è emersa una unità di vedute e per questo ritengo che la ricollocazione dell’Udc nel centrodestra possa ripartire dall’Abruzzo e dalla provincia di Chieti. Bisogna superare ogni steccato per il bene comune».
Ai dissidenti risponde, tra le righe, Di Stefano. «Il Pdl ha deciso di convergere sulla proposta dell’Udc perché la vittoria del territorio è più importante di ogni singola ambizione. La provincia», sostiene, «è tornata indietro e quindi è necessario voltare pagina subito». Non sono mancati attacchi al pepe all’amministrazione uscente presieduta da Tommaso Coletti. «Troveremo le macerie e le nostre preoccupazioni», è il parere di Febbo, battuto proprio da Coletti nelle scorse elezioni, «sono avvalorate da dati reali. Sono stati aperti cantieri che non potranno essere chiusi per la mancanza di soldi».
Di Giuseppantonio conclude: «Saremo il baluardo delle esigenze dei cittadini e sosterremo tutte le vertenze occupazionali. Purtroppo è stata creata una fabbrica dei sogni e ci sono centinaia di giovani precari». E tra i primi obiettivi il turismo: «Vogliamo fare della provincia teatina la nuova Catalogna, il turismo deve essere il pilastro dell’economia».
Il fronte frentano del no a Di Giuseppantonio si allarga sotto la regia del candidato mancato, il sindaco di Lanciano Filippo Paolini, Forza Italia. Ma il Pdl, con Udc e Mpa, ieri mattina ha ribadito la sua unione nella sala del Grande albergo Abruzzo, gremita da simpatizzati della prima e dell’ultima ora, inclusi alcuni personaggi finora simpatizzanti del centrosinistra. A fare gli onori di casa Mauro Febbo, assessore regionale all’agricoltura, il senatore Fabrizio Di Stefano, il deputato Daniele Toto e il coordinatore regionale Udc Antonio Menna.
In platea molti amministratori di centrodestra e l’assessore regionale Federica Carpineta, di Francavilla. La cerimonia si è aperta con un minuto di silenzio in memoria delle vittime del terremoto dell’Aquila. Poi solo sorrisi e applausi scroscianti per l’investitura ufficiale di Di Giuseppantonio, apparso emozionato.
«Ringrazio di cuore tutti coloro che hanno voluto vivere con me questo momento. Ci attende una campagna elettorale difficile», afferma il sindaco del paese costiero, «ma sono convinto che alla fine avremo la maggioranza». Spiegato il sensibile riavvicinamento dell’Udc al Pdl dopo le nette divergenze di appena sei mesi fa quando il partito di Casini ha corso con un proprio candidato presidente alle elezioni regionali. «Purtroppo il ritorno alle urne è stato frettoloso e non c’è stato tempo per confrontarsi. Cosa che invece abbiamo fatto negli ultimi mesi. Dai tavoli politici», dice Di Giuseppantonio, senza soffermarsi sulla lunga trattativa con il centrosinistra, «è emersa una unità di vedute e per questo ritengo che la ricollocazione dell’Udc nel centrodestra possa ripartire dall’Abruzzo e dalla provincia di Chieti. Bisogna superare ogni steccato per il bene comune».
Ai dissidenti risponde, tra le righe, Di Stefano. «Il Pdl ha deciso di convergere sulla proposta dell’Udc perché la vittoria del territorio è più importante di ogni singola ambizione. La provincia», sostiene, «è tornata indietro e quindi è necessario voltare pagina subito». Non sono mancati attacchi al pepe all’amministrazione uscente presieduta da Tommaso Coletti. «Troveremo le macerie e le nostre preoccupazioni», è il parere di Febbo, battuto proprio da Coletti nelle scorse elezioni, «sono avvalorate da dati reali. Sono stati aperti cantieri che non potranno essere chiusi per la mancanza di soldi».
Di Giuseppantonio conclude: «Saremo il baluardo delle esigenze dei cittadini e sosterremo tutte le vertenze occupazionali. Purtroppo è stata creata una fabbrica dei sogni e ci sono centinaia di giovani precari». E tra i primi obiettivi il turismo: «Vogliamo fare della provincia teatina la nuova Catalogna, il turismo deve essere il pilastro dell’economia».