Diabetici dirottati a Chieti Il Tdm denuncia la Asl

Ore in fila per i controlli e chi avvia il percorso terapeutico non viene accettato Il segretario regionale Cerulli: «Per noi è interruzione di pubblico servizio»

LANCIANO. «Adesso basta. Al Renzetti c’è la Diabetologia e invece i malati frentani sono costretti da tempo ad andare a Chieti per le visite con disagi notevoli. Abbiamo dato mandato ai nostri avvocati per avviare una denuncia contro la Asl, responsabile di questa situazione, per interruzione di pubblico servizio». Va giù duro Aldo Cerulli, segretario regionale di Cittadinanzattiva contro la Asl Lanciano-Vasto-Chieti, accusata di non risolvere i problemi della Diabetologia, con pazienti costretti a ore di fila per una visita di controllo o per la terapia, mentre addirittura chi inizia il percorso terapeutico non viene più accettato a Lanciano ed è costretto a spostarsi a Chieti. Questo perché da mesi il reparto è rimasto senza personale e i pazienti sono circa 6mila. Ci sono due medici, uno dei quali lavora per contratto solo 26 ore sulle 38 previste, anziché i tre o quattro medici necessari. Ci sono 5 infermieri, una dietista a mezzo servizio perché va anche nei distretti, e neanche più l’assistente sociale. Il tutto per oltre 6mila diabetici iscritti.

«Il Tribunale dei diritti del malato ha ricevuto tante denunce che si sono sommate alle lamentele varie degli utenti», dice Cerulli, «per i tempi biblici in sala di attesa visto che ci sono in media oltre 20 pazienti al giorno da visitare, ma soprattutto perché non si accettano più le cosiddette “prime visite”, i nuovi accessi di pazienti diabetici (si accettano le urgenze e le donne in gravidanza, ndc). Come si fa a dire a un diabetico, come è stato detto: “Prendi l’autobus e vai a Chieti?” Molti non riescono nemmeno a spostarsi. Qui c’è interruzione di pubblico servizio. Poi ci sono anche disagi nel reperire il materiale perché il magazzino è poco fornito e i malati sono costretti a tornare più volte. E la Asl non interviene».

E all’azienda il problema è noto anche perché settimane fa il sindaco Mario Pupillo- ex primario della Diabetologia trasformata da unità complessa in unità semplice e ora in struttura territoriale che quindi dovrebbe uscire dall’ospedale- ha incontrato il direttore sanitario Pasquale Flacco per trovare una soluzione. «La situazione è difficile», dice Pupillo, «non si sblocca e crea danni sia ai medici e sia ai pazienti. Alla Asl sono tre le soluzioni prospettate. La prima, quella più semplice e immediata, è assumere un medico in più. La seconda è di unire il reparto alla Geriatria che pure si è spostata sul territorio, nei distretti. La terza è di far confluire il reparto nella Medicina tornando così indietro di anni quando Diabetologia era un ambulatorio divisionale della Medicina. Ma non c’è stata alcuna risposta».

Teresa Di Rocco

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