Dirigente Provincia assolto per l’incidente in cantiere
La tragedia in una scuola in costruzione: anziana travolta e uccisa da un camion L’ingegnere condannato per omicidio colposo, ora scagionato in secondo grado
CHIETI. Come rappresentante della Provincia, ente committente dei lavori di costruzione del nuovo istituto d’arte Palizzi di Vasto, l’ingegner Carlo Cristini, 58 anni, di Guardiagrele, era stato condannato a 10 mesi e 20 giorni di reclusione per omicidio colposo. La sua responsabilità era stata riconosciuta in concorso con il camionista della impresa, appaltatrice dei lavori, che nel 2007 aveva investito e causato la morte di una anziana del posto che si trovava a passare nei pressi del cantiere.
Ma mercoledì scorso, dopo sei anni dall’investimento mortale, la corte di appello dell’Aquila, presieduta da Luigi Antonio Catelli, ha ribaltato la sentenza e assolto il dirigente della Provincia perché «il fatto non sussiste».
Secondo la tesi del Gup vastese, Elio Bongrazio, che aveva condannato Cristini, il dirigente della Provincia, assistito dall’avvocato Alessandro De Iuliis, non avrebbe vigilato sulla osservanza, da parte del coordinatore della sicurezza, anch’egli imputato (ma che ha scelto il rito ordinario) delle prescrizioni date dal progettista di collocare i cartelli segnaletici di limitazione della velocità e di pericolo generico, nella zona di accesso al cantiere. Come dire: se ci fossero stati quei cartelli, il camionista non avrebbe investito l’anziana signora causandone la morte.
Il fatto avvenne nel giugno del 2007, quando era in costruzione il nuovo istituto d’arte Palizzi.
Il camionista a bordo di un autocarro Astra Hd7, doveva entrare nel cantiere dove era in costruzione il nuovo edificio scolastico.
Nell’effettuare la manovra di svolta a destra, per immettersi nell’area davanti al cancello di ingresso di un altro istituto scolastico, (entrata al cantiere autorizzata solo temporaneamente dalla Provincia), salì sul marciapiede a una velocità di circa 32 chilometri all’ora, (come poi asserito anche dal consulente della procura) in un tratto in prossimità di scuole che impone una andatura «a passo d’uomo».
Il conducente del camion peraltro vide la donna che veniva da sinistra, lo ammette anche davanti agli investigatori, ma ritenendo che la stessa lo avesse visto a sua volta, non si fermò, né rallentò. Ragionamento che purtroppo fece anche l’anziana. Con la parte posteriore sinistra il camion colpì la poverina che in seguito alle gravissime ferite riportate morì.
Una condotta quella del camionista negligente e soprattutto autonoma. Secondo la difesa di Cristini, che è stata accolta in pieno in secondo grado, non sarebbe servito alcun cartello a evitare il comportamento improvvido del camionista. Peraltro l’autorizzazione da parte della Provincia di poter entrare nel cantiere da quell’ingresso non previsto dal progetto, sottolinea la difesa, era stata data dallo stesso Cristini temporaneamente e, nel giorno del tragico evento, scaduta. Contestazioni inconfutabili che portarono l’investitore a patteggiare la pena.
Nel capo di imputazione vengono però fatti entrare sia l’ingegner Cristini, quale rappresentante dell’ente commitente dei lavori, il titolare dell’impresa e il responsabile della sicurezza (questi sceglieranno il rito ordinario).
Cristini invece, scelse il rito abbreviato, (allo stato degli atti), sicuro che la propria innocenza fosse chiara. Una non colpevolezza che sarà evidente solo in secondo grado di giudizio e dopo sei anni.
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