«Discarica pericolosa da bonificare»

L’appello del sindaco di Tollo e del Wwf: noi abbiamo un progetto ma la Regione lo deve finanziare

ORTONA.

Il sindaco di Tollo Angelo Radica e il referente regionale del Wwf, Fabrizia Arduni hanno lanciato, ieri, da Ortona, un accorato appello, l'ennesimo, alle Istituzioni regionali affinché risolvano una volta per tutte il problema della discarica di rifiuti tossici dell'ex Fornace Gagliardi. Una vecchia e brutta storia che desta ancora oggi molta preoccupazione nelle popolazioni limitrofe e non solo. Il primo cittadino di Tollo, ricorda, appena insediato, ha preso subito di “petto” la questione e così si sono susseguiti sopralluoghi nelle aree interessate con gli esperti, relazioni tecniche, continui monitoraggi per capire e tenere sotto controllo la situazione, fino alla realizzazione di un progetto, dell'importo di 500mila euro, per mettere in sicurezza definitivamente la zona. Questo, purtroppo, ancora sulla carta. «Come amministrazione», spiega Radica, «abbiamo fatto tutto quello che potevamo fare, ma ora deve intervenire la Regione che deve finanziare il nostro progetto di totale bonifica della discarica di rifiuti pericolosi impiantata nella Fornace Gagliardi. Discarica chiusa molti anni fa».

Come intervenire? «Innanzitutto, con lo spostamento e il corretto smaltimento di 320 sacchi di rifiuti da 1500 chilogrammi l'uno, non incapsulati e che oggi rappresentano il maggior pericolo. Primo step da 200mila che potrebbe essere anticipato subito dalla Regione, ovviamente anche noi del Comune possiamo cofinanziare in parte l'intervento, ma non possiamo accollarci, per ovvie ragioni, tutta la spesa dell'azione che mira a ripristinare totalmente l'area, rimuovendo per sempre tutti i rifiuti scaricati in questi luoghi. L'operazione finale di bonifica prevede proprio la sistemazione a verde di tutta l'area. La Regione ha il progetto nel quale è descritto tutto l’intervento. Ho sollecitato già un paio di volte l'ente ma non ho ancora ricevuto risposte. Lancio un ennesimo appello alle istituzioni regionali, con il supporto dell'associazione ambientalista WWF».

Il problema è che una parte di questi materiali nocivi, ossia quelli non interrati e, quindi messi in sicurezza in un precedente intervento, sono in balia degli agenti atmosferici e nell'area passa il torrente Venna, cosa da non trascurare.

«Il torrente Venna», sottolinea l'ambientalista Arduini, «si riversa nel fiume Foro, pensare che un problema sia solo di un Comune dimenticando come gli ecosistemi interagiscono tra loro è nel 2013 inammissibile. Questo è l'ultimo appello costruttivo che facciamo alla Regione», conclude, «ma se prima della fine di questa estate non ci saranno azioni concrete e tangibili da parte della stessa, non ci sarà minuto, secondo, attimo a nostra disposizione, per denunciare questa insostenibile situazione, con la collaborazione dei comuni limitrofi, dei cittadini, associazioni varie e operatori economici».

Lorenzo Seccia

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