Don Andrè non si presenta all’interrogatorio del pm

Per il sacerdote brasiliano immortalato mercoledì dalla Tv all’udienza del Papa è in arrivo una richiesta di rinvio a giudizio per violenza privata

LANCIANO. Don Andrè Facchini non si presenta in procura, l’inchiesta per violenza privata corre verso il rinvio a giudizio. Il colpo a effetto non c’è stato. Ieri mattina, il sacerdote brasiliano, 39 anni a dicembre, non si è fatto vedere all’interrogatorio davanti al pm Rosaria Vecchi e ai carabinieri della polizia giudiziaria.

Alle 9, il tribunale è ancora avvolto da banchi di nebbia. Dipendenti, avvocati, testimoni e familiari degli imputati del processo che si svolge al piano terra si infilano nell’edificio. Dell’ex parroco di Sant’Agostino, invece, non c’è traccia. Mezz’ora più tardi arriva il suo difensore, l’avvocato Osvaldo Piccirilli, che fuori finge di non sapere nulla. Dentro, invece, informerà il pm Vecchi e il maresciallo Armando Pizzolla, responsabile della sezione carabinieri della pg, che don Andrè non è presente. Non avrà luogo, quindi, alcun interrogatorio, il sacerdote non verrà a offrire nuovi elementi o una versione diversa dei fatti contestati sui quali eventualmente indagare.

Eppure, l’esame dell’indagato era stato richiesto dalla difesa in seguito all’avviso di chiusura delle indagini. Per la Procura, la vicenda è chiara. Ci sono una decina di testimonianze, tutte concordi, di ex componenti della Legio sacrorum cordium, la congregazione fondata da don Andrè a Sant’Agostino, che parlano di penitenze, umiliazioni e tentativi di controllare anche gli aspetti più intimi della vita dei fedeli da parte del sacerdote brasiliano.

Ma che don Andrè non si presentasse era l’esito più atteso in procura. Anche se qualche dubbio era sorto dopo la comparsa del prete a Roma, mercoledì scorso, quando è stato immortalato dalle telecamere della tv vaticana durante l’udienza generale di papa Francesco. Una partecipazione che, probabilmente, doveva rimanere nascosta, ma la web tv Abruzzolive è riuscita a svelarla. Del rientro in Italia di Facchini non era informato neanche l’avvocato Piccirilli, come ha riferito egli stesso ai carabinieri della pg.

La richiesta di interrogatorio è forse una strategia per allungare i tempi, ma è riuscita a «strappare» solo una decina di giorni. Il legale non ha chiesto il rinvio dell’esame, che non sarebbe stato tuttavia accordato se non per reali impedimenti del sacerdote. Gli atti torneranno quindi al Pm, che poi depositerà alla cancelleria del gip la richiesta di rinvio a giudizio per Facchini; l’ipotesi di reato è violenza privata, aggravata dal ruolo che ricopriva.

Se don Andrè deciderà di restare in Brasile, si profila un processo in contumacia. Eveventualità che non turba la Curia frentana: «Ci si può difendere in altri modi», ha già detto al Centro l’arcivescovo Emidio Cipollone sulla possibilità che il sacerdote non si presenti.

Stefania Sorge

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