la sede verso la chiusura
Due giudici lasciano il tribunale Gli avvocati: processi a rischio
LANCIANO. La chiusura del tribunale di Lanciano potrebbe avvenire anche prima della data fissata dal governo, ossia settembre 2015. E non per via della legge sulla riforma delle circoscrizioni...
LANCIANO. La chiusura del tribunale di Lanciano potrebbe avvenire anche prima della data fissata dal governo, ossia settembre 2015. E non per via della legge sulla riforma delle circoscrizioni giudiziarie. La legge ha sì deciso la cancellazione di 31 tribunali minori, tra cui quello di Lanciano, di 220 sedi giudiziarie distaccate, 31 procure e 667 uffici di giudici di pace, ma la storica sede frentana in via Fiume, in ristrutturazione, potrebbe chiudere per il blocco dell’attività giudiziaria legata alla mancanza di giudici. Già perché, da ieri, il giudice Giancarlo De Filippis ha lasciato Lanciano per il tribunale dell’Aquila e, a fine mese, sarà trasferito anche il magistrato Flavia Grilli. E non ci sono sostituzioni all’orizzonte. «La situazione è a dir poco difficile», commenta il presidente dell’Ordine degli avvocati, Sandro Sala, «e i trasferimenti dei due giudici comporteranno gravi disagi, se non il blocco dell’attività giudiziaria. Forse a febbraio potrebbe arrivare un giudice onorario di tribunale (got), ma non basterà. Purtroppo, siamo soli a lottare per evitare la chiusura, per dimostrare la vitalità e il funzionamento del tribunale che ha tempi rapidi nel chiudere i processi, ha attivato anche il processo civile telematico, ha un bacino di utenza molto vasto servendo 41 comuni». Gli avvocati sono rimasti i soli a lottare contro quella che bollano come una riforma delle circoscrizioni giudiziarie che non taglia le spese della giustizia: «La soppressione non porta risparmi ma costi aggiuntivi», fa notare Sala «negli spostamenti, crea disagi e disservizi agli utenti. E poi la sede di Chieti, dove dovrebbe essere accorpata Lanciano, è inadeguata anche dal punto di vista logistico». Cosa fare? Un’ipotesi è trasformare i tribunali minori in sedi distaccate di quelli provinciali. L’altra è rivedere la riforma. Ma questo è compito della politica che per Sala è «assente»: dove è finito infatti il progetto del Comune? Il consiglio comunale ha espresso «forte e assoluta contrarietà alla paventata soppressione del tribunale di Lanciano», chiedendo «l’istituzione di un unico tribunale per l’area metropolitana Chieti-Pescara». Ma dopo il voto, non si è saputo più niente. Gli altri capitoli sono stati la consegna, a gennaio scorso a Roma, delle firme raccolte a sostegno della proposta di legge di iniziativa popolare ideata dal Comune di Montepulciano per rivedere la riforma e la presentazione, sempre a Roma, del progetto che prevedeva l’utilizzo di Palazzo degli studi per gli uffici giudiziari e l’unione con Vasto per un unico tribunale. Ma ora tutto tace in Comune e il tribunale si avvia alla chiusura in silenzio.
Teresa Di Rocco
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