E la procura chiede il processo per 5 violenti 

Le vittime finite in ospedale con la mandibola fratturata: una di loro rischia un danno permanente

CHIETI. La procura vuole il processo per cinque bulli della movida, accusati di aver pestato con il tirapugni due ragazzi nelle vicinanze dei locali del divertimento di Chieti Scalo. Il pubblico ministero Giancarlo Ciani ha firmato la richiesta di rinvio a giudizio: l’udienza preliminare, davanti al giudice Andrea Di Berardino, è in programma il prossimo 13 novembre. Nei guai sono finiti i diciannovenni Matteo Camillo Mammarella di Chieti (attualmente rinchiuso nel carcere di Pescara) e Denny Romolo De Luca di Pescara (si trova all’obbligo di dimora), i ventenni Lorenzo Creati di Spoltore (anche lui è in cella a San Donato) e Luca Amoroso di Cepagatti, e il pescarese Roberto Salutari, 23 anni. Sono tutti accusati di lesioni personali pluriaggravate. La violenza, intorno alle tre di notte dello scorso 16 marzo, è esplosa in viale Benedetto Croce, nei pressi della Galleria Scalo. In base a quanto ricostruito, due amici di 27 e 23 anni erano in macchina quando hanno chiesto ai cinque ragazzi di spostarsi dalla strada, considerando che questi ultimi bloccavano il passaggio. A quel punto, infastiditi per la richiesta, quei giovani – anche impiegando un tirapugni – hanno reagito in modo inspiegabilmente rabbioso, aggredendo il ventisettenne e, subito dopo, anche l’amico intervenuto in suo soccorso. I violenti hanno colpito il primo ragazzo con calci e pugni talmente potenti da causargli lesioni gravi, giudicate guaribile in 40 giorni, tra cui la frattura della mandibola, «con elevata probabilità di un indebolimento permanente dell’organo della masticazione». Lo stesso trattamento, con conseguenze meno pesanti (15 giorni di prognosi), è stato riservato al ventitreenne.
Le indagini dei carabinieri della stazione di Chieti Scalo e dei poliziotti della squadra mobile teatina hanno consentito di dare un volto ai responsabili. Il pubblico ministero ha contestato ai cinque anche l’aggravante «di avere commesso il fatto di notte in zona scarsamente illuminata e in condizioni, quindi, da ostacolare la privata difesa».
Gli imputati sono difesi dagli avvocati Gianluca Carlone, Franco Perolino, Manuel Sciolè, Pierluigi De Virgiliis, Alessandro Perrucci, Federica Sampaolo e Paolo Firmino Feliciani. (g.let.)
©RIPRODUZIONE RISERVATA.