Elezioni, diffida del centrodestra: a rischio le votazioni di domani
Schede invertite. Lega, FdI e Forza Italia presentano il ricorso: no alle consultazioni per 16 Comuni Leonzio, Tavani e Febbo chiedono di sospendere il ritorno alle urne: pronti ad andare in Procura
CHIETI. Il centrodestra si gioca la carta di una diffida e messa in mora per fermare il secondo atto delle elezioni provinciali dopo il caso delle schede invertite e dell’annullamento parziale. Sono a rischio le votazioni convocate d’urgenza per domani, dalle 8 alle 20, soltanto per 16 Comuni su 104: devono tornare alle urne 5 Comuni tra 10 e 30mila abitanti – Atessa, Francavilla, Ortona, San Giovanni Teatino e San Salvo – e altri 11 tra tremila e 5mila, Casalincontrada, Castel Frentano, Cupello, Miglianico, Orsogna, Paglieta, Ripa Teatina, Scerni, Tollo, Torino di Sangro e Torrevecchia Teatina. Ma oggi potrebbe arrivare un altro colpo di scena dopo l’annullamento parziale delle consultazioni di domenica scorsa con la sfida tra Francesco Menna, sindaco Pd di Vasto, e Filippo Paolini, sindaco di Forza Italia di Lanciano: Luigi Leonzio della Lega, Antonio Tavani di Fratelli d’Italia e Mauro Febbo di Forza Italia chiedono ai vertici della Provincia, alla prefettura, alla procura e alla procura della Corte dei conti di «sospendere e/o annullare le consultazioni elettorali limitate» e «compiere tutti gli atti necessari al ripristino della legalità dell’agire emanando gli atti e provvedimenti necessari alla corretto svolgimento delle operazioni elettorali, da esaurirsi in un’unica giornata di voto nell’unico seggio elettorale costituito presso la sede della Provincia».
Per la segretaria generale della Provincia Franca Colella, lo scambio delle schede – i Comuni più grandi, definiti di fascia rossa, hanno votato con i moduli di quelli più piccoli, fascia arancione, e viceversa – si è trattato di «un mero errore materiale». Non è così per il centrodestra che vuole riportare al voto tutti i 104 Comuni e non soltanto 16. E se entro oggi la richiesta non sarà accettata, il centrodestra annuncia già che porterà il caso in Procura con una denuncia che ruota intorno a tre presunti reati: «In difetto di immediato e positivo riscontro al presente atto», dice la diffida, «si adirà l’autorità giudiziaria penale per far accertare in quella sede la sussistenza di ipotesi delittuose per abuso d’ufficio, rivelazione e utilizzazione di segreti di ufficio e rifiuto di atti di ufficio».
Secondo il ricorso del centrodestra, «lo scambio delle schede elettorali e dunque l’errore nell’ambito dei conteggi delle schede elettorali non può ritenersi un “mero errore materiale”, giacché per il solo fatto di essere errore “non rimediabile” di per sé inficia le intere operazioni di voto». Il centrodestra sostiene che il secondo atto delle elezioni sarebbe «falsato»: «Le operazioni elettorali sono di fatto sostanzialmente terminate con la conclusione dello scrutinio che ha reso noti i voti attribuiti ai singoli candidati, i quali in larga parte hanno preso conoscenza dai singoli voti agli stessi attribuiti; in simile situazione», dice la diffida, «le nuove consultazioni elettorali così come indette limitatamente a sole due fasce di comuni, sono di fatto falsate e poste in essere in palese e grave violazione del principio costituzionalmente garantito di libertà e segretezza del voto».
Per la segretaria generale della Provincia Franca Colella, lo scambio delle schede – i Comuni più grandi, definiti di fascia rossa, hanno votato con i moduli di quelli più piccoli, fascia arancione, e viceversa – si è trattato di «un mero errore materiale». Non è così per il centrodestra che vuole riportare al voto tutti i 104 Comuni e non soltanto 16. E se entro oggi la richiesta non sarà accettata, il centrodestra annuncia già che porterà il caso in Procura con una denuncia che ruota intorno a tre presunti reati: «In difetto di immediato e positivo riscontro al presente atto», dice la diffida, «si adirà l’autorità giudiziaria penale per far accertare in quella sede la sussistenza di ipotesi delittuose per abuso d’ufficio, rivelazione e utilizzazione di segreti di ufficio e rifiuto di atti di ufficio».
Secondo il ricorso del centrodestra, «lo scambio delle schede elettorali e dunque l’errore nell’ambito dei conteggi delle schede elettorali non può ritenersi un “mero errore materiale”, giacché per il solo fatto di essere errore “non rimediabile” di per sé inficia le intere operazioni di voto». Il centrodestra sostiene che il secondo atto delle elezioni sarebbe «falsato»: «Le operazioni elettorali sono di fatto sostanzialmente terminate con la conclusione dello scrutinio che ha reso noti i voti attribuiti ai singoli candidati, i quali in larga parte hanno preso conoscenza dai singoli voti agli stessi attribuiti; in simile situazione», dice la diffida, «le nuove consultazioni elettorali così come indette limitatamente a sole due fasce di comuni, sono di fatto falsate e poste in essere in palese e grave violazione del principio costituzionalmente garantito di libertà e segretezza del voto».