Ente fiera in rosso, accuse anche al sindaco

L'ex coordinatore Di Ciano: può cambiare le cose, è responsabile due volte

LANCIANO. «E' evidente l'incapacità di chi gestisce la Fiera. Ma il sindaco Paolini, che può cambiare le cose e non lo fa, è doppiamente responsabile». Tiene banco in città il dibattito sul Consorzio autonomo fieristico dopo la pubblicazione, da parte del Centro, degli ultimi tre bilanci in perdita dell'ente.  Ad intervenire è l'ex coordinatore della Fiera dal 1994 al 2005, Bruno Di Ciano. «Questi bilanci negativi hanno precise responsabilità», sostiene l'ideatore di rassegne come "Ruote e motori show", "Agroalimenta" e "Fierabilandia", alcune delle quali in calo di fatturato e altre cancellate dalla programmazione, «la negatività dei conti della Fiera dipende dall'incapacità di gestire una struttura consolidata, con fiere che funzionavano bene.

Non lo dico solo da ex coordinatore dell'ente, ma anche da cittadino, perché l'attività della Fiera è gestita con soldi pubblici e i debiti saranno ripianati col denaro di tutti». Dal 2007 al 2009 i bilanci dell'ente si sono chiusi in rosso. «In questi anni sono state fatte arretrare o sparire rassegne di rilievo nazionale che fatturavano bene», prosegue Di Ciano, «dal 2005 nessuna nuova fiera è stata creata. Eppure il Comune ripresenta gli stessi nomi. Doppiamente responsabile è il sindaco Paolini che ha avuto la possibilità di cambiare le cose e non l'ha fatto». 

Dopo l'insediamento del nuovo Cda, in disaccordo con la scelta dei vertici provinciali del Pdl per il vicepresidente (indicato l'Udc Fiore Pantaleo ma assegnata a Francesco Ciarelli dell'Arssa) e il coordinatore (indicato il consigliere comunale Pdl, Cesarino Bomba, ma confermato l'uscente Ciro Pasquini), Paolini ha chiesto le dimissioni dei tre membri di nomina sindacale, Di Fonzo, Cirulli e Assenti.  «Siamo al paradosso, le nomine politiche non sono condivise nemmeno da chi le fa», interviene Luigi Toppeta del coordinamento provinciale del Pdl, «è necessario che l'azione del partito sia più coordinata sul territorio, serve una gestione più collegiale sia a livello provinciale che cittadino, e le scelte devono essere sostenute da tutti».

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