L’ira dell’assessore regionale Febbo: «Colpa dell’ex presidente Coletti perché non ha bloccato l’operazione di Aimola»
Eurowomen 2007, spuntano altri debiti
Banca Serfina chiede mezzo milione di euro alla Provincia per un vecchio prestito
CHIETI. Una diffida a versare 500.000 euro. Banca Serfina irrompe in Eurowomen 2007 chiedendo alla Provincia di onorare in cinque giorni agli impegni assunti.
Dunque, il campionato europeo di basket femminile svoltosi nel Chietino torna alla ribalta. E non lo fa certo perché sia stata una manifestazione da citare come esempio. Il problema è sempre il solito, gravissimo: i debiti. Ieri mattina, nel corso di una conferenza stampa tenutasi nella sede della Provincia di Chieti, l’assessore regionale Mauro Febbo ha puntato il dito accusatore contro Tommaso Coletti e Umberto Aimola, rispettivamente ex presidente ed ex vice presidente della Provincia, contro il presidente del Comitato Mario Di Marco, la procura della Repubblica e la guardia di Finanza.
«La diffida è stata notificata all’ente lo scorso 3 novembre e nasce da un atto di cessione del credito, stipulato davanti al notaio De Matteis il 16 aprile 2008 da Aimola in veste di vice presidente del Comitato organizzatore dell’evento», dice Febbo. «Somma che la Provincia non ha mai versato alla Serfina, che ora la richiede forse a seguito di un’ispezione della Banca d’Italia. Coletti non ha lasciato solo le casse vuote, ma tanti, tanti debiti. Su Eurowomen, procura e Finanza dovrebbero intervenire».
Alla presenza del capogruppo Pdl alla Provincia Paolo Sisti e del vice capogruppo Etelwardo Sigismoni, dell’assessore provinciale Silvio Tavoletta e del consigliere provinciale Nicola Mincone, Febbo è andato giù pesante. «Coletti avrebbe dovuto bloccare Banca Serfina e licenziare Aimola. Perché non l’ha fatto? Non esiste una delibera dell’Ente che autorizzi quell’operazione di Aimola. Si desume una cosa: ha agito di testa sua con l’avallo di Coletti. È stato creato un debito sulla base di una lettera di impegno equivalente a cartastraccia». Febbo ha sottolineato che, in base ai dati in suo possesso, il debito residuo di Eurowomen è di 8.296.173 euro, ai quali va aggiunto l’ormai famoso mezzo milione di euro. «Mi sembra quasi inevitabile che il liquidatore Tittaferrante proceda con la richiesta di fallimento del Comitato. Chi pagherà il conto? Noi cittadini. Contro Tittaferrante non ho nulla: è un professionista che sta facendo il suo dovere. Anzi, gli va dato atto di aver pagato i dipendenti con i 5 milioni extra sborsati dalla Regione».
La lettera di Banca Serfina datata 30 ottobre e arrivata in Provincia in 3 novembre, come si evince dal timbro, è esplicita: «In data 16 aprile 2008 l’associazione Comitato organizzatore Chieti 2007 (ora in liquidazione), cedeva pro-solvendo, ai sensi e agli effetti della legge 52 del 1991, alla scrivente Banca il credito di cui al contributo dovuto dalla Provincia di Chieti, ammontante a euro 500.000, destinato all’adeguamento delle strutture sportive utilizzate per la manifestazione sportiva... Con la presente, Vi comunichiamno che, in relazione alla cessione notarile emarginata, alla data odierna non è ancora pervenuto il versamento derivante dalla stessa».
Dunque, il campionato europeo di basket femminile svoltosi nel Chietino torna alla ribalta. E non lo fa certo perché sia stata una manifestazione da citare come esempio. Il problema è sempre il solito, gravissimo: i debiti. Ieri mattina, nel corso di una conferenza stampa tenutasi nella sede della Provincia di Chieti, l’assessore regionale Mauro Febbo ha puntato il dito accusatore contro Tommaso Coletti e Umberto Aimola, rispettivamente ex presidente ed ex vice presidente della Provincia, contro il presidente del Comitato Mario Di Marco, la procura della Repubblica e la guardia di Finanza.
«La diffida è stata notificata all’ente lo scorso 3 novembre e nasce da un atto di cessione del credito, stipulato davanti al notaio De Matteis il 16 aprile 2008 da Aimola in veste di vice presidente del Comitato organizzatore dell’evento», dice Febbo. «Somma che la Provincia non ha mai versato alla Serfina, che ora la richiede forse a seguito di un’ispezione della Banca d’Italia. Coletti non ha lasciato solo le casse vuote, ma tanti, tanti debiti. Su Eurowomen, procura e Finanza dovrebbero intervenire».
Alla presenza del capogruppo Pdl alla Provincia Paolo Sisti e del vice capogruppo Etelwardo Sigismoni, dell’assessore provinciale Silvio Tavoletta e del consigliere provinciale Nicola Mincone, Febbo è andato giù pesante. «Coletti avrebbe dovuto bloccare Banca Serfina e licenziare Aimola. Perché non l’ha fatto? Non esiste una delibera dell’Ente che autorizzi quell’operazione di Aimola. Si desume una cosa: ha agito di testa sua con l’avallo di Coletti. È stato creato un debito sulla base di una lettera di impegno equivalente a cartastraccia». Febbo ha sottolineato che, in base ai dati in suo possesso, il debito residuo di Eurowomen è di 8.296.173 euro, ai quali va aggiunto l’ormai famoso mezzo milione di euro. «Mi sembra quasi inevitabile che il liquidatore Tittaferrante proceda con la richiesta di fallimento del Comitato. Chi pagherà il conto? Noi cittadini. Contro Tittaferrante non ho nulla: è un professionista che sta facendo il suo dovere. Anzi, gli va dato atto di aver pagato i dipendenti con i 5 milioni extra sborsati dalla Regione».
La lettera di Banca Serfina datata 30 ottobre e arrivata in Provincia in 3 novembre, come si evince dal timbro, è esplicita: «In data 16 aprile 2008 l’associazione Comitato organizzatore Chieti 2007 (ora in liquidazione), cedeva pro-solvendo, ai sensi e agli effetti della legge 52 del 1991, alla scrivente Banca il credito di cui al contributo dovuto dalla Provincia di Chieti, ammontante a euro 500.000, destinato all’adeguamento delle strutture sportive utilizzate per la manifestazione sportiva... Con la presente, Vi comunichiamno che, in relazione alla cessione notarile emarginata, alla data odierna non è ancora pervenuto il versamento derivante dalla stessa».