Evade l’Iva per necessità «Il fatto non è reato»
Imprenditore assolto dall’accusa di non avere pagato 100 mila euro d’imposta Il difensore: «Non ha incassato soldi per la costruzione di una caserma»
VASTO. Evasore per necessità. Per questo è stato assolto dall’accusa di omesso versamento di 100 mila euro di Iva. Rischiava 7 mesi di carcere, N.B., imprenditore del Vastese, per il mancato versamento di 100 mila euro di Iva. È stato assolto dal giudice monocratico del tribunale di Vasto, Michelina Iannetta, con la formula «il fatto non costituisce reato».
«L’imprenditore ha dimostrato di non aver potuto versare l’Iva per la mancata riscossione di un credito di 200 mila euro. Il doppio di quanto dovuto», spiega il legale dell’imputato, l’avvocato Fiorenzo Cieri. L’antesignana sentenza ha ripreso un concetto rimarcato nei giorni scorsi anche dal tribunale di Milano: «la mancata volontà di omettere un tributo fa cadere l’accusa».
Il protagonista della vicenda giudiziaria è il titolare di una impresa che fino a qualche anno fa lavorava con assiduità. I guai sono cominciati con la crisi economica e si sono aggravati con la mancata riscossione di un credito di 200 mila euro. «Il mio cliente ha partecipato a un bando per alcuni lavori in subappalto a una caserma di Firenze», racconta l'avvocato Cieri. A causa di una serie di vicissitudini giudiziarie la ditta fiorentina titolare dell’appalto è andata prima in concordato preventivo poi è fallita. N.B., che aveva eseguito lavori per 200 mila euro, non è stato pagato. Al fisco, tuttavia, la somma risultava tra le entrate. Al termine di verifiche e accertamenti della guardia di finanza N.B. è risultato debitore nei confronti dello Stato di 100mila euro. L’uomo è stato rinviato a giudizio. Il difesore ha prodotto al giudice i bilanci dell’imputato. Dalla verifica dei libri contabili è emerso l’importate mancato incasso che ha messo l’imprenditore in condizione di non poter versare. «In sostanza non ha pagato l’Iva perché non ha potuto e non certo perché non ha voluto. Non è stato quindi ravvisato l’elemento soggettivo della colpa e per questo il mio cliente è stato assolto», spiega soddisfatto l’avvocato Cieri.
La sentenza, destinata a far discutere, non è stata l’unica in questo periodo. In un momento difficile dal punto di vista economico, i giudici stanno valutando i casi di evasione di volta in volta, esaminando accuratamente i libri contabili degli indagati e tenendo conto di eventuali cause che hanno provocato il mancato versamento fiscale.
Paola Calvano
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