Ex Burgo, documento per salvare il lavoro
Il sindaco all'assemblea: ancora cassa integrazione poi ricollocazione dei 133 lavoratori
CHIETI. Un documento che imponga alle aziende che acquisteranno terreni o realizzeranno nuovi insediamenti produttivi sul sito della Burgo di ricollocare i 133 lavoratori dell'ex cartiera e la richiesta immediata di un'ulteriore proroga, la terza, della cassa integrazione in deroga in scadenza il 4 dicembre. Sono i pochi punti fermi emersi dall'assemblea dei lavoratori Burgo. La riunione si è tenuta nei locali del Piccolo teatro dello scalo gremito all'inverosimile. Un clima rovente intriso di preoccupazioni ma anche di impegni promessi dalle istituzioni.
La tensione tra i dipendenti della vecchia e gloriosa cartiera di via Piaggio è tornata alta ad una manciata di settimane dalla scadenza della cassa integrazione in deroga, la seconda concessa dalla Regione, per 133 lavoratori ormai prossimi alla mobilità. Una prassi giuridica che la Burgo, legge alla mano, ha già avviato da mesi. Ma i lavoratori non vogliono la mobilità.
Lo hanno ribadito a chiare lettere al sindaco Umberto Di Primio intervenuto al dibattito convocato dalla rsu Burgo, capeggiata da Giancamillo Marrone e Davide Cellucci.
In sala anche gli esponenti dei sindacati confederali Lucio Petrongolo (Cisl), Antonio Cardo (Uil) e Michele Marchioli (Cgil).
«Inoltrerò subito una richiesta alla Burgo» assicura Di Primio p«er chiedere un'altra proroga della cassa integrazione in deroga ma voglio essere onesto con voi. A mio avviso difficilmente la Regione ce la concederà». Questo perché il Comitato di intervento per le crisi aziendali e di settore (Cicas) della Regione ha interrotto i suoi lavori ad ottobre e difficilmente tornerà ad occuparsi della vertenza Burgo.
L'azienda, nella migliore delle ipotesi, potrebbe incentivare la mobilità con un indennizzo in denaro, strada che sindaco e sindacati vogliono battere.
Preoccupa, però, la perenne empasse del progetto In.Te che porta la firma dell'ingegner Domenico Merlino.
Al momento sono venti le aziende che si sono costituite in rete con l'obiettivo di realizzare nuovi insediamenti produttivi sul sito ex Burgo.
Peccato che in Comune non siano ancora arrivate le documentazioni necessarie per permettere all'ente di autorizzare le costruùzioni del caso.
Come se non bastasse su una buona fetta dei terreni di proprietà della Burgo, circa 7 ettari, pende un preliminare d'acquisto firmato, a quanto pare appena venti giorni dopo il via libera alla demolizione della cartiera, dalla società Parco Paglia dell'imprenditore Silvano Primavera che ha versato una caparra da 800 mila euro.
Ma i terreni in questione, ha lamentato Primavera, sarebbero inquinati e stando così le cose difficilmente l'opzione di acquisto verrà esercitata in concreto in tempi rapidi.
L'argomento è stato affrontato durante un incontro che il sindaco ha avuto con il direttore generale della Burgo Group, Alberto De Matthaeis.
«Sembra che il contratto venga rivisto e che Primavera» spiega il sindaco «acquisti una superficie minore lasciando liberi gli altri terreni a nuovi insediamenti produttivi». Che dovranno arrivare dal progetto In.Te e, magari, dalla proposta avanzata dal Mercato ortofrutticolo d'Abruzzo (M.o.d'A'). Ma c'è grande confusione e i lavoratori sono sull'orlo di una crisi di nervi.
La tensione tra i dipendenti della vecchia e gloriosa cartiera di via Piaggio è tornata alta ad una manciata di settimane dalla scadenza della cassa integrazione in deroga, la seconda concessa dalla Regione, per 133 lavoratori ormai prossimi alla mobilità. Una prassi giuridica che la Burgo, legge alla mano, ha già avviato da mesi. Ma i lavoratori non vogliono la mobilità.
Lo hanno ribadito a chiare lettere al sindaco Umberto Di Primio intervenuto al dibattito convocato dalla rsu Burgo, capeggiata da Giancamillo Marrone e Davide Cellucci.
In sala anche gli esponenti dei sindacati confederali Lucio Petrongolo (Cisl), Antonio Cardo (Uil) e Michele Marchioli (Cgil).
«Inoltrerò subito una richiesta alla Burgo» assicura Di Primio p«er chiedere un'altra proroga della cassa integrazione in deroga ma voglio essere onesto con voi. A mio avviso difficilmente la Regione ce la concederà». Questo perché il Comitato di intervento per le crisi aziendali e di settore (Cicas) della Regione ha interrotto i suoi lavori ad ottobre e difficilmente tornerà ad occuparsi della vertenza Burgo.
L'azienda, nella migliore delle ipotesi, potrebbe incentivare la mobilità con un indennizzo in denaro, strada che sindaco e sindacati vogliono battere.
Preoccupa, però, la perenne empasse del progetto In.Te che porta la firma dell'ingegner Domenico Merlino.
Al momento sono venti le aziende che si sono costituite in rete con l'obiettivo di realizzare nuovi insediamenti produttivi sul sito ex Burgo.
Peccato che in Comune non siano ancora arrivate le documentazioni necessarie per permettere all'ente di autorizzare le costruùzioni del caso.
Come se non bastasse su una buona fetta dei terreni di proprietà della Burgo, circa 7 ettari, pende un preliminare d'acquisto firmato, a quanto pare appena venti giorni dopo il via libera alla demolizione della cartiera, dalla società Parco Paglia dell'imprenditore Silvano Primavera che ha versato una caparra da 800 mila euro.
Ma i terreni in questione, ha lamentato Primavera, sarebbero inquinati e stando così le cose difficilmente l'opzione di acquisto verrà esercitata in concreto in tempi rapidi.
L'argomento è stato affrontato durante un incontro che il sindaco ha avuto con il direttore generale della Burgo Group, Alberto De Matthaeis.
«Sembra che il contratto venga rivisto e che Primavera» spiega il sindaco «acquisti una superficie minore lasciando liberi gli altri terreni a nuovi insediamenti produttivi». Che dovranno arrivare dal progetto In.Te e, magari, dalla proposta avanzata dal Mercato ortofrutticolo d'Abruzzo (M.o.d'A'). Ma c'è grande confusione e i lavoratori sono sull'orlo di una crisi di nervi.
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