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Ex Golden Lady operai esasperati dal nuovo fermo

GISSI. «Esiste un tempo per stare in silenzio, per sopportare. Ma esiste anche un tempo per reagire e dire ora basta». È la frase riportata su Facebook dagli ex dipendenti Golden Lady. Una frase...

GISSI. «Esiste un tempo per stare in silenzio, per sopportare. Ma esiste anche un tempo per reagire e dire ora basta». È la frase riportata su Facebook dagli ex dipendenti Golden Lady. Una frase ampiamente giustificata dai fatti. Dopo anni di incertezza e cassa integrazione i lavoratori erano convinti di avere ritrovato serenità grazie alla riconversione. Così non è stato.

Molti di loro sono nuovamente senza lavoro. Da un lato la mancata proroga dei finanziamenti dei corsi di formazione on the job ha spinto l’industria calzaturiera Silda Invest a tenere in fabbrica solo 87 lavoratrici. Altre 130 sono tornate in cassa integrazione (Cig). Alla New Trade le cose vanno ancora peggio. La Regione non ritiene affidabili che richieste di fidejussione e l’azienda senza finanziamenti non può lavorare. Solo 13 operaie sono rimaste in fabbrica. Altre 19 sono state messe in mobilità.

Lunedì prossimo tornano in Abruzzo Nerino Grassi, titolare della Golden Lady, e i rappresentanti della Wollo, l’azienda a cui Grassi aveva affidato la riconversione. Gli imprenditori incontreranno i sindacati e le istituzioni nella sede di Confindustria.

«Si riparte dall’inizio. Questa per noi non è riconversione», protestano Cgil, Cisl e Uil decise a dare battaglia.

Dopo aver revocato le dimissioni, il presidente della Provincia, Enrico Di Giuseppantonio, è intenzionato a dare una mano alle operaie rimaste senza lavoro per la seconda volta in pochi mesi. Camillo D’Amico, capogruppo del Pd, continua a chiedere interventi risolutori a Regione e Provincia. I lavoratori ringraziano ma molti di loro non nascondono di essere delusi dalla politica. E i sindacati da parte loro dopo tante promesse e rassicurazioni pretendono fatti concreti.

«Il momento è delicato. La situazione degli ex dipendenti Golden Lady è davvero spiacevole», dice Giuseppe Rucci, segretario provinciale della Cgil che insieme ai colleghi Franco Zerra e Arnaldo Schioppa è andato al ministero per trovare una via d’uscita.(p.c.)

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