Faida tra due famiglie con spari, colpi di mazza e coltelli: 4 feriti
Un 40enne, spalleggiato dai fratelli e dalla cognata, si scaglia contro l’ex marito della compagna La fucilata esplosa in aria. Sul posto le ambulanze del 118 e i carabinieri con i giubbotti antiproiettile
ORSOGNA. Un colpo di fucile sparato in aria a scopo intimidatorio, botte da orbi, una raffica di bastonate, minacce con i coltelli. Sono quattro le persone rimaste ferite in una faida tra due famiglie scoppiata a Orsogna, probabilmente per una donna. Adesso sono in corso le indagini dei carabinieri per fare luce su quella che, in base agli accertamenti preliminari, è stata un’aggressione legata a motivi sentimentali. Nelle prossime ore potrebbero scattare denunce per una sfilza di reati: dalle lesioni personali alla violazione di domicilio, dal porto abusivo di armi al danneggiamento.
LA PRIMA AGGRESSIONE
La premessa è che l’inchiesta è ancora in una fase iniziale: significa che la ricostruzione fatta finora dovrà essere suffragata da ulteriori elementi. Tutto comincia verso le nove di giovedì sera quando, in contrada Barannale, A.M., 40 anni, raggiunge l’abitazione in cui G.D.C. (30), ex marito della sua attuale compagna, vive insieme al padre R.D.C. (61) e a C.T. (54), compagna di quest’ultimo. A.M., che abita a poca distanza, scavalca una recinzione e inizia a bussare con insistenza alla porta di casa: la 54enne apre e, per ragioni da accertare, viene colpita alla testa dal 40enne che, in base ad alcune testimonianze, ha con sé un non meglio precisato provvedimento del tribunale da consegnare a G.D.C. Fatto sta che i tre componenti della famiglia “rivale” intervengono per difendere la donna e inseguono l’aggressore, il quale riesce a dileguarsi. Ma non finisce qui.
LA NUOVA IRRUZIONE
Dopo all’incirca venti minuti, infatti, l’uomo si ripresenta in compagnia dei suoi fratelli S.M., 35 anni, e G.M. (44), oltre che della compagna di quest’ultimo, P.I. (57). Gli aggressori, in passato già rimasti coinvolti in vicende giudiziarie, stavolta sono armati di mazza da baseball e coltello. È a questo punto che, stando a quanto emerso finora, R.D.C. – utilizzando un fucile da caccia regolarmente detenuto – esplode un colpo in aria con l’obiettivo di mettere in fuga i tre fratelli, che di mestiere fanno gli operai, e la 57enne. Ma è tutto inutile, perché il quartetto fa irruzione nell’abitazione. Ne nasce una violenta colluttazione con calci, pugni e bastonate soprattutto su testa, viso e gambe. Anche l’abitazione viene danneggiata.
L’ARRIVO DEI SOCCORSI
Dopo un po’, qualcuno allerta il 112. Sul posto, a sirene spiegate e a tutta velocità, si precipitano le ambulanze del 118 e i carabinieri della compagnia di Ortona con cinque pattuglie. Sono minuti di grande tensione e paura. Medici e infermieri si rifugiano dietro le ambulanze, mentre i militari arrivano con i giubbotti antiproiettile. Nel frattempo, gli aggressori si sono già allontanati. Attraverso accertamenti e testimonianze, i carabinieri ricostruiscono le fasi del litigio e ritirano cautelativamente il fucile da caccia, come previsto dal Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza (Tulps).
il trasporto IN OSPEDALE
I feriti vengono trasportati in ambulanza nei pronto soccorso del Santissima Annunziata di Chieti e del Renzetti di Lanciano: A.M., R.D.C e C.T. lasciano l’ospedale con dieci giorni di prognosi a testa, mentre G.D.C. dovrà attendere almeno venti giorni prima di guarire.
LA PRIMA AGGRESSIONE
La premessa è che l’inchiesta è ancora in una fase iniziale: significa che la ricostruzione fatta finora dovrà essere suffragata da ulteriori elementi. Tutto comincia verso le nove di giovedì sera quando, in contrada Barannale, A.M., 40 anni, raggiunge l’abitazione in cui G.D.C. (30), ex marito della sua attuale compagna, vive insieme al padre R.D.C. (61) e a C.T. (54), compagna di quest’ultimo. A.M., che abita a poca distanza, scavalca una recinzione e inizia a bussare con insistenza alla porta di casa: la 54enne apre e, per ragioni da accertare, viene colpita alla testa dal 40enne che, in base ad alcune testimonianze, ha con sé un non meglio precisato provvedimento del tribunale da consegnare a G.D.C. Fatto sta che i tre componenti della famiglia “rivale” intervengono per difendere la donna e inseguono l’aggressore, il quale riesce a dileguarsi. Ma non finisce qui.
LA NUOVA IRRUZIONE
Dopo all’incirca venti minuti, infatti, l’uomo si ripresenta in compagnia dei suoi fratelli S.M., 35 anni, e G.M. (44), oltre che della compagna di quest’ultimo, P.I. (57). Gli aggressori, in passato già rimasti coinvolti in vicende giudiziarie, stavolta sono armati di mazza da baseball e coltello. È a questo punto che, stando a quanto emerso finora, R.D.C. – utilizzando un fucile da caccia regolarmente detenuto – esplode un colpo in aria con l’obiettivo di mettere in fuga i tre fratelli, che di mestiere fanno gli operai, e la 57enne. Ma è tutto inutile, perché il quartetto fa irruzione nell’abitazione. Ne nasce una violenta colluttazione con calci, pugni e bastonate soprattutto su testa, viso e gambe. Anche l’abitazione viene danneggiata.
L’ARRIVO DEI SOCCORSI
Dopo un po’, qualcuno allerta il 112. Sul posto, a sirene spiegate e a tutta velocità, si precipitano le ambulanze del 118 e i carabinieri della compagnia di Ortona con cinque pattuglie. Sono minuti di grande tensione e paura. Medici e infermieri si rifugiano dietro le ambulanze, mentre i militari arrivano con i giubbotti antiproiettile. Nel frattempo, gli aggressori si sono già allontanati. Attraverso accertamenti e testimonianze, i carabinieri ricostruiscono le fasi del litigio e ritirano cautelativamente il fucile da caccia, come previsto dal Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza (Tulps).
il trasporto IN OSPEDALE
I feriti vengono trasportati in ambulanza nei pronto soccorso del Santissima Annunziata di Chieti e del Renzetti di Lanciano: A.M., R.D.C e C.T. lasciano l’ospedale con dieci giorni di prognosi a testa, mentre G.D.C. dovrà attendere almeno venti giorni prima di guarire.