CHIETI
Falsi prodotti al tartufo in vendita anche sul web: è frode
Deferiti 9 imprenditori e 3 aziende al termine di un'indagine dei carabinieri forestali andata avanti per due mesi
CHIETI. Vendevano sul web e nei punti vendita della grande distribuzione falsi prodotti aromatizzati al tartufo. Nove imprenditori e tre aziende sono stati deferiti per frode e sono stati obbligati a modificare le etichettature, giudicate ingannevoli.
L'indagine è stata curata dai militari del Nipaaf (Nucleo investigativo di polizia ambientale agroalimentare e forestale) del gruppo dei carabinieri forestali di Chieti e ha avuto una durata di due mesi. Coinvolti, complessivamente, 25 operatori del settore, ma la diffida per frode in commercio è scattata per 9 imprenditori e 3 aziende. I militari hanno trovato sugli scaffali della grande distribuzione e in vendita online numerosi “condimenti aromatizzati al tartufo”, nel cui processo produttivo il tartufo era utilizzato in parti inferiori al decimillesimo o addirittura non presente. "Alcuni prodotti riportavano tra gli ingredienti un non meglio definito infuso di tartufo - fanno sapere i carabinieri forestali di Chieti - ottenuto mediante l’immersione di risibili quantitativi di tartufo in oli extravergine di oliva o di semi, cui viene appositamente aggiunto l’aroma di sintesi per ottenere il gusto del fungo ipogeo. Al contrario, in etichetta o nei siti internet delle aziende, veniva dichiarata la presenza di tartufo, enfatizzandola con immagini, fino a specificarne la provenienza geografica".
Agli indagati è stato contestato l’art. 515 del codice penale (frode nell’esercizio del commercio), per cui è prevista la reclusione fino a due anni, per aver consegnato agli acquirenti un prodotto per origine, provenienza o qualità del bene diverso da quelle dichiarate. L’aroma infatti deriva prevalentemente dall’utilizzo di bismetiltiometano, una sostanza naturalmente presente nei tartufi, che viene sintetizzata nei laboratori.
L’utilizzo degli aromi sintetici è normato al livello comunitario e non ci sono rischi per la salute. Ma i regolamenti dell’Unione Europea prevedono espressamente che l’utilizzo degli aromi non debba trarre in inganno. "Non è accettabile - concludono i militari - che il consumatore medio possa pensare di acquistare olio con infuso al tartufo se per la produzione di una confezione da 250 ml è utilizzato meno di un milligrammo del prezioso fungo ipogeo. Non deve ingannare nemmeno la presenza di tartufo liofilizzato all’interno delle boccette, in quanto il sentore deriva esclusivamente dall’aroma, quasi sempre di sintesi: quantomeno, scegliamo un aroma naturale”.